Ma domani la carne | sarà ancora nel menu?

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02 Novembre 2015, 15:54

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Fra qualche tempo le confezioni di bistecche, braciole, salsicce saranno incartate con l’etichetta “Attenzione nuoce gravemente alla salute”, come avviene oggi per sigarette e tabacco? Nei giorni scorsi si è verificato un accadimento che ha ribaltato tradizioni millenarie, destando perplessità, paure e scetticismo nell’opinione pubblica, nei mass-media e anche nel mondo sanitario. L’Oms-Organizzazione mondiale della sanità ha allineato, accanto a tabacco e amianto, carni rosse, insaccati, salsicce come causa di cancro, specie dell’intestino.

Strano destino. Sino a qualche decennio addietro ai malati, convalescenti e soggetti debilitati il medico consigliava come dieta succo di carne rossa cotta a bagnomaria e bistecche di cavallo arrostite al sangue. Da allora in questi anni, la medicina ha prodotto molti studi e realizzato avanzamenti in tema di biologia, chimico-farmacologia, tossicologia e molte consuetudini sono naturalmente cambiate. Ma dobbiamo proprio abbandonare salamelle e costate? L’Oms, infine, ha comunicato che nel 2016 metterà sotto osservazione caffè, the e bevande calde.

Premesso che queste due notizie sono in gran parte riprese, in quanto qualche ipotesi sul rapporto carni rosse-cancro risale agli anni ’90 del secolo scorso e che da oltre 50 anni si cerca una indubbia correlazione tra cancro dell’esofago e stomaco e ingestione di the bollente in specie da parte di giapponesi e cinesi, sono necessarie alcune precisazioni. L’Oms – organizzazione che fa capo all’Onu – è istituzione stimata, seria, credibile, benemerita e valida. Queste nuove direttive sono state “stressate” e non correttamente interpretate. Ovvero vale per questa istituzione sanitaria quanto dicevano gli antichi: “Aliquando bonus dormitat Homerus”, persino il grande Omero ogni tanto si appisola, con momenti di disattenzione? Sono necessari per i cittadini e i lettori alcuni chiarimenti sulla differenza tra rischio ed evidenza scientifica.

Quando si parla di rischio ci si riferisce a semplice possibilità, come nel caso delle carni rosse. Infatti, in questo caso, i dati sono stati ricavati da una revisione di articoli precedenti, basati sulla raccolta di questionari, con verifica di varie cause di malattia. Una investigazione teorico- cartacea. Tra tabacco, fumo e cancro al polmone, per contro, la correlazione è sicura, in quanto in questo caso si passa alla certezza della medicina scientifica, basata sull’evidenza con specifiche e severe regole. Dobbiamo al nostro sommo Galileo Galilei l’inizio e la definizione di scienza. Bisogna accertare l’acquisizione di sensate esperienze e sicure dimostrazioni, verificabili e criticabili, congruenti e ripetibili.

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Dunque nel caso della carne rossa, trattandosi di semplice e ipotetico rischio è necessaria una dieta equilibrata e morigerata con filiere controllate – come la nostra meravigliosa dieta mediterranea – con carne in quantità non eccessiva mangiata due volete a settimana, in modo da introdurre tutti i nutrienti, indispensabili per una buona salute e una lunga vita.

Su questo sono d’accordo tutti gli oncologi e nutrizionisti. Anche la carne contenuta negli omogeneizzati può essere somministrata ai bimbi dopo i sei mesi rassicurano i pediatri. I cittadini possono mangiare carne con serenità, gusto e tranquillità: una fettina da 100 grammi due volte la settimana, con assoluta sicurezza. Sorge il malizioso sospetto che i dati dell’Oms siano stati strumentalizzati da una guerra gastro-politica, già da tempo in atto, basata su opposte visioni etico-ideologiche, permeate da concezioni salutistiche elitarie e snob. Una nuova battaglia tra Orazi e Curiazi. Da un lato gli onnivori e carnivori; dall’altro vegetariani, vegani ( che si astengono anche dai derivati animali come uova, latte, miele) e fruttani, i quali si cibano solo di frutta. Una vera e propria “immoralità” della carne, ricordando Tolstoj.

Anche nella nutrizione e nel cibo la moderazione deve essere la stella polare di guida. I consumi smodati di ogni genere furono condannati sin dai tempi di Galeno (uno dei padri della medicina) e dalla Scuola salernitana nel XIII secolo. Questa tradizione si perpetua ancor oggi viva e vitale, come medianità. Si ritine, infatti, che dal nome “medietas” – temperanza o giusta quantità – deriverebbe il termine medicina.

 

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02 Novembre 2015, 15:54

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