08 Settembre 2010, 00:04
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Chi è uno zingaro? Non c’è dubbio che si tratta di un essere umano, la cui identità, la cui memoria e la cui cultura va rispettata. Tuttavia credo che il problema degli zingari in Sicilia, in Italia ed in Europa sia, volutamente, mal posto da tutti. Vi ripeto la domanda, rispondetemi mentalmente: chi è per voi uno zingaro, o meglio come fate a capire che vi trovate davanti uno zingaro quando lo incontrate? Colore della pelle, cura della persone ed igiene, abbigliamento, lingua che parla, il fatto che di solito chiedono l’elemosina? Tutte queste cose insieme, credo, ci fanno capire che siamo davanti ad uno rom. Il fatto che alcuni tra loro rubino è innegabile, ce lo dicono i giornali, anche se le statistiche dicono che la loro incidenza sulla criminalità totale dell’Isola, e dell’Italia tutta, è davvero piccola. Sono responsabili, quasi esclusivamente, di piccoli reati nei confronti degli “altri” e di maltrattamenti ed abusi consumati solo su altri zingari. Che cosa ha scatenato il putiferio mediatico in questi giorni riaccendendo i riflettori su di loro? Il fatto che Sarkozy, alle prese con una riforma pensionistica molto impopolare e bisognoso di riacquistare consensi in vista delle elezioni del 2012, ha deciso di cominciare a rimpatriarne alcune decine in Romania. E qui sta il nodo della questione, la patria degli zingari. Il Consiglio d’Europa ha stimato che in Europa vi sono circa 12 milioni di zingari, divisi in varie etnie. Di questi, secondo l’European Roma Rights Centre, poco più di 2 milioni, vivono in Romania. 800 mila in Bulgaria e altrettanti in Spagna, 400 mila in Francia. In Italia sono appena 200 mila, lo 0,4 per mille della popolazione. Quindi, in Italia, se facessimo come i francesi potremmo espellere quasi 200 mila zingari, percepiti dai più come potenziali criminali. E no. Quasi la metà degli zingari che vivono in Italia, oltre 90.000, ha la cittadinanza italiana, mentre almeno altri 30 o 40 mila hanno scritto sulla carta di identità apolide, il che vuol dire che non possono essere rimpatriati da nessuna parte, per il semplice fatto che non hanno nessuna patria, la loro patria è il mondo. Alla fine i papabili per il rimpatrio potrebbero essere 50/60 mila circa, dai quali bisogna togliere almeno il 30 % di minori.
Insomma, restiamo io mammeta e tu. Gli zingari siciliani rispettano sostanzialmente le statistiche nazionali, almeno quelle. Quindi sappiate che ogni due zingari che incontrate, uno è cittadino italiano, mentre il secondo potrebbe essere apolide oppure rumeno, molto più raramente in Sicilia slavo o bulgaro. Il problema dei rimpatri è improponibile, chi li suggerisce fa solo demagogia. La questione, dicevamo, è volutamente mal posta. Il campo nomadi della Favorita è un posto tremendo, è un piccolo lager, anche se rispetto gli anni passati si è parzialmente svuotato. Alcuni rom si sono spostati altrove, chi verso il lungomare di Via Messina Marine, chi è andato ad abitare in appartamenti nel centro storico, altri sono andati via da Palermo, anche loro schifati di questa città. E come dar loro torto! Tuttavia il problema della percezione negativa che la gente ha degli zingari è importante, è notevole. La gente li avverte come pericolosi, o forse ancor di più come fastidiosi, perché non si lavano, non vogliono lavorare, fanno fare i furti alle donne incinta, si tengono i bambini neonati in braccia mentre chiedono l’elemosina. Non pagano mai il biglietto dell’autobus. Non è questione di razzismo, né si può liquidare una persona che teme per la propria incolumità come razzista. Provate a vedere quale è la situazione degli zingari in Romania o, per essere più precisi, la percezione che i romeni hanno degli zingari. Da un sondaggio pubblicato proprio ieri dall’IRES, il corrispondente rumeno della DOXA, emergono dati preoccupanti: il 72% pensa male di loro, mentre il 91% ritiene che gli zingari non dovrebbero avere diritto di accedere ai servizi pubblici.
In Romania, quando un bambino fa il monello, per farlo stare buono, non gli si dice attento che viene l’uomo nero, oppure Dracula. Gli si dice “stai attento che vengono gli zingari e ti rapiscono!” È pur vero che in Romania l’incidenza criminale degli zingari è, rispetto all’Italia più alta, anche proporzionalmente. In Romania forse c’e del razzismo nei loro confronti, non in Italia.
Piuttosto che fare campagne mediatiche pro o contro gli zingari, sbracciamoci un po’ tutti. Spieghiamo agli italiani, spieghiamo ai palermitani, che l’idea del rimpatrio è improponibile e non risolverebbe nulla; spieghiamo che i veri colpevoli della mancata integrazione dei rom in Italia è la mancanza di servizi sociali che dovrebbero seguire da vicino queste famiglie e intervenire, anche in maniera dura togliendo loro la patria potestà quando questa viene evidentemente disattesa, pur di favorire e garantire l’integrazione di questo popolo. Spieghiamo che la causa di questa mancata simpatia per gli zingari è da ricercare anche in un sistema giudiziario che non garantisce la certezza della pena a nessuno, e che permette a chi commette crimini medio/piccoli di essere rimesso subito in libertà. Spieghiamo infine che l’incidenza dei crimini commessi dai rom in Italia è minima e che eliminare gli zingari non ci permetterebbe di essere più sicuri e tranquilli quando usciamo da casa nostra. Diamo ai rom delle strade possibili da seguire: se non vogliono integrarsi con il nostro sistema va bene pure, purché ne rispettino le regole minime. Il problema è che nessuno vuole veramente interessarsi dei rom, perché la soluzione è difficile, lenta, dispendiosa, poco popolare.
L’Unione Europea aveva promesso al premier romeno Traian Basescu, che entro il primo trimestre del 2009 sarebbe stato elaborato un progetto comunitario per affrontare il problema dei rom in Europa e sarebbero stati stanziati anche dei soldi. Nulla, invece, nessun piano è stato elaborato dal Parlamento di Strasburgo, che però oggi è pronto a tuonare contro Sarkozy. Nulla è stato fatto perché ci sono state altre priorità. Barroso nel suo attesissimo discorso a Strasburgo si è limitato a dire “I governi devono rispettare i diritti delle minoranze” e “non c’è posto in Europa per il razzismo e la xenofobia”, ma di soluzioni concrete non se ne parla. La verità, cari amici zingari, è che nessuno si vuole occupare dei vostri problemi e nessuno penserà mai ad integrarvi in questo nostro meraviglioso sistema globale, al più proveranno ad assimilarvi.
Igor Gelarda
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08 Settembre 2010, 00:04