Madia “corteggia” il sindacato| Camusso bacchetta il governo

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01 Settembre 2016, 00:36

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CATANIA – Festa de l’Unità: sul ring Marianna Madia e Susanna Camusso. Non è il remake dello scontro D’Alema-Gentiloni, ma i rapporti tra governo e sindacato non possono certo dirsi distesi. I tentativi della Ministra di tendere la mano al sindacato sono stoppati da una tagliente Susanna Camusso.  La Ministra insomma prova a “corteggiare” una Cgil “stanca di annunci”. Nonostante la disparità numerica sul palco, con il capogruppo dei deputati dem Ettore Rosato pronto a dare man forte alla Ministra, la sindacalista trova spazio per sferrare qualche attacco. Il tema è la riforma della Pubblica Amministrazione.  Madia difende il provvedimento. “Non sono ancora così autoreferenziale da pensare che una riforma significhi pubblicare dei decreti in Gazzetta Ufficiale: noi dobbiamo cambiare la vita dei cittadini dando possibilità a tutti in modo trasparente”. “Ci sono cambiamenti concreti coma le legislazione sulla trasparenza che consente ai cittadini di conoscere i documenti della pubblica amministrazione e questo vuol dire avere fatto un’operazione di equità”, dice la Ministra. “Mi piacerebbe sapere se nel decreto sulla trasparenza c’è anche il documento che spiega l’algoritmo con cui sono state fatte le assegnazioni scolastiche?”, ribatte Camusso. Il capogruppo del Pd alla Camera Ettore Rosato risponde alla sindacalista che la riforma potrebbe consentire di rimuovere da quella posizione il dirigente che ha sbagliato l’algoritmo.

La segretaria generale della Cgil non nega che la riforma contenga anche aspetti positivi, ma si dice “poco convinta” su svariati punti. In primo luogo, rispetto al criterio per selezionare i dirigenti (Madia parla di “meritocrazia, Camusso di “scelta di controllo politico”). “Credo ci sia l’intenzione di pensare che si può sottrarre al territorio la presenza di enti amministrativi come prefetture e camere di commercio penso cioè un’idea di Stato, la riforma non ci convince non solo per motivi di occupazione: questo paese non ha bisogno di centralizzazione, ma di efficacia nel territorio”, tuona la segretaria generale. La Ministra, invece, elogia la decisione di decapitare le partecipate che “non rendono servizi ai cittadini” risparmiando risorse da investire. Due “letture” diverse del provvedimento vanno in scena sul palco della festa e anche un tentativo di ricucire lo strappo con la Cgil attraverso “una leadership collettiva”.

Ma la ferita è profonda.  “Non basta indicare una disponibilità al confronto, ma praticarla”, argomenta la sindacalista che pure una proposta di riforma l’aveva avanzata. “Ma il governo fa tutto da solo” e finora ha accantonato la cara vecchia concertazione con le forze sociali. Dati Istat alla mano, Camusso batte sui temi sociali, motivo di assoluta divisione con l’esecutivo. “La disoccupazione giovanile continua a essere il tema del paese, particolarmente accentuato nel mezzogiorno e in questa regione, non si può continuare con una politica che delega alle imprese il compito di fare o non fare investimenti: serve un grande piano per l’occupazione”, ripete. Un altro tema di grande attualità che divide è la campagna in favore della fertilità, bollata come “offensiva” da Susanna Camusso, che sottolinea l’importanza della libertà di scelta e di ostacoli seri come “la precarietà lavorativa delle donne”.

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Solo su un punto la sindacalista è più accorta: il Referendum Costituzionale. D’Alema si è chiesto come mai un partito di sinistra voterà come Confindustria e Marchionne e non come l’Anpi e la Cgil. “Mi pare una domanda interessante alla quale non devo rispondere io ma il partito”, risponde la leader della Cgil mantenendosi cauta ed equilibrata. Del resto non è un mistero che il tema in casa Cgil è un tabù almeno tra chi ricopre incarichi anche dentro Pd. E non sono in pochi.

 

 

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01 Settembre 2016, 00:36

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