02 Luglio 2020, 11:05
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PALERMO – Due famiglie, un mandamento mafioso. Da sempre i Madonia-Di Trapani dettano legge a Resuttana. Sangue e soldi. Il sangue dei morti ammazzati e i soldi dei beni accumulati negli anni. Valgono quattro milioni di euro quelli ora confiscati (qui il servizio di cronaca) agli eredi di Francesco Madonia e Francesco Di Trapani, capimafia deceduti rispettivamente nel 2007 e nel 1992.
Il provvedimento è stato disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo, su proposta della Procura della Repubblica.
Sono stati i carabinieri del Ros a ricostruire a partire dal 2009 gli interessi economici di due delle più potenti famiglie mafiose palermitane.
Vanno in confisca il Bar Sofia di Massimiliano Lo Verde, compresa la rivendita di tabacchi, una villa in via Lopez de Vega, all’Addaura, un terreno in contrada Maiò, a Palermo, tre immobili in via Passaggio del coniglio a Isola delle Femmine, una casa in via Matteo Donia a Palermo, un appartamento di sette vani e un box in Piazzale degli Alpini, sempre a Palermo, una villa al mare in via Agave a Carini, un terreno nel rione palermitano dell’Aquasanta, vicino al Cantiere navale, coltivato a frutta.
Il Tribunale ha ritenuto provata la diretta riconducibilità dei beni, frutto di attività illecite, ai due esponenti mafiosi, e nel contempo ne ha dissequestrati altri.
La cosca dei Madonia-Di Trapani è stata fedele alleata dei corleonesi, tanto che i suoi principali esponenti sono stati giudicati colpevoli degli omicidi di Pio La Torre, del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, dell’imprenditore Libero Grassi, del vice questore Ninni Cassarà.
Anche quando sono finiti in carcere i Madonia hanno continuato a dettare legge. Alla guida del del mandamento di Resuttana si sono avvicendati Giovanni Bonanno, Diego Di Trapani e Salvatore Genova, con il via libera di Antonino Madonia, d’intesa Salvatore Lo Piccolo. Nel corso delle indagini è emerso come prima Francesco Madonia e poi i figli Nino, Giuseppe e Salvino, nonché il cognato di quest’ultimo Nicolò Di Trapani, benché detenuti e sottoposti al regime del 41 bis, avessero continuato a dirigere il clan tramite i periodici colloqui con i congiunti e un fitto scambio di corrispondenza.
Un mandamento e due famiglie che si sono legate fra loro. Mariangela Di Trapani, figlia del boss Ciccio, sorella di Nicolò, si è sposata con Salvino Madonia. Nel 2017 Mariangela Di Trapani è stata arrestata di nuovo per mafia dopo avere già scontato sette anni di carcere. In passato era stata proprio lei a ricevere e girare all’esterno le direttive dal marito detenuto. Di recente è stata condannata a quattro anni in continuazione con la precedente sentenza. Sta per finire di scontare la pena.
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02 Luglio 2020, 11:05