Maestranze occupano il palco |”Politica distante dalla città”

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03 Dicembre 2014, 18:37

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CATANIA – Le maestranze del teatro Massimo Bellini di Catania di nuovo sul palco per bloccare la prova generale dello spettacolo Attila che dovrebbe andare in scena domani sera. Non sembra esserci pace per questi lavoratori che a quasi un anno di distanza dall’inizio della loro protesta per reclamare il diritto acquisito a un contratto a tempo indeterminato, dopo oltre 25 anni di precariato, ad oggi non hanno risposte concrete. “questa volta non ce ne andiamo. Vorremmo un po’ di tranquillità”, afferma la signora Alfia Reitano, addetta alla portineria.

Difficile la situazione burocratica dell’Ente a cui manca il bilancio consuntivo del 2013 che doveva essere approvato entro aprile scorso e di cui non si sa il perché del ritardo. Pochi giorni fa è stato approvato il bilancio preventivo 2014 il cui ritardo, questa volta, è legato a quello della Regione nell’approvare il proprio, deliberazione avvenuta solo ad agosto. Una buona notizia, seppure parzialmente per le maestranze in attesa di contratto perché, dopo il vaglio della Regione il Consiglio di amministrazione potrebbe decidere di stipulare contratti a termine, esattamente come avvenuto negli anni passati, in attesa di una risoluzione definitiva del problema come più volte promesso da tutti gli organi interessati, dal sindaco e presidente del CdA, Enzo bianco, al presidente della Regione, Rosario Crocetta. “Speriamo che dalle promesse si passi ai fatti e che chiunque abbia il potere di fare qualcosa lo faccia in tempi brevi. Abbiamo bisogno del contributo di tutti”, afferma la signora Cettina Marchese, usciere.

Non solo. Anche il bilancio preventivo del 2015, fondamentale per l’organizzazione della prossima stagione, non è stato approvato seppure si sa già che ci sarà un taglio del 5% rispetto alla cifra del bilancio 2014, per cui ci saranno a disposizione circa 13milioni e 800mila euro. Somma sufficiente solo al pagamento degli stipendi e all’ordinaria amministrazione.

La conseguenza diretta non è solo per i lavoratori considerati stagionali (seppure stagionali non sono perché confermati ogni anno) che non lavorano e non ricevono lo stipendio, anche la struttura ne paga le conseguenze. Tali lavoratori infatti sono necessari per il funzionamento del teatro, ma senza loro non ci sono i portieri che controllano l’ingresso e l’uscita delle persone, come non ci sono pittori e falegnami che curino la manutenzione ordinaria per cui tutto deperisce lentamente e inesorabilmente. Così i muri si scrostano, le sedie si rompono, i bagni si guastano e non vengono riparati e mancano servizi indispensabili e previsti dall’organo vigilante quali i vigili del fuoco per la prevenzione antincendio che coprano tutti i turni previsti. Oltre a tante altre professionalità come: comunicatori, uscieri, autisti, addetti al movimento scene e tutte le altre figure necessarie per il supporto logistico. In queste condizioni il teatro non si presenta di certo al meglio e si registrano anche cattive figure con gli ospiti che qui sono venuti a esibirsi. Come è recentemente accaduto con la compagnia di Ballo che si è esibita sulle note di Coppelia. A fine rappresentazione hanno dovuto fare la doccia con l’acqua fredda perché manca il caldaista che attivi l’impianto.

“Siamo stanchi, tante promesse e mai nulla di concreto, abbiamo bisogno di avere risposte definitive, perché questa situazione non solo ci crea notevoli problemi a livello economico per il sostentamento delle nostre famiglie, ci sta logorando dentro”, afferma Salvo Agosta, falegname. Una situazione difficile da tanto tempo e che si annuncia ancora peggiore con l’avvicinarsi delle festività natalizie. “Speriamo di non dovere organizzare il cenone con le nostre famiglie in teatro, ma di riuscire a stare tranquilli a casa nostra con i nostri affetti”, aggiunge Agosta.

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“Senza futuro, senza serietà, tutto questo non è accettabile. Tante volte ci hanno detto di stare tranquilli che avrebbero risolto in tempi brevi la situazione, ma ad oggi la politica del palazzo si è dimostrata distante dai cittadini. I lavoratori sono senza stipendio e il teatro è senza manutenzione”, afferma Antonio Santonocito, segretario regionale Snalv – Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Vertenze – aderente alla ConfSal.

“È inaccettabile e deprimente che si rassicurino i lavoratori quando tutto è fermo dal mese di luglio. Quali sono i tempi brevi a cui fa riferimento il sindaco Enzo Bianco? Ci dia una data entro la quale prende l’impegno di salire anche lui sul palco insieme ai lavoratori per fare pressione alla Regione. In ogni caso che si sbrighi ad approvare i bilanci che servono e spieghi perché non sono ancora stati approvati. È un problema della città a cui tutti devono dare risposte, il sindaco nonché presidente del Cda in primis”, conclude il segretario regionale Snalv Santonocito.

 

 

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03 Dicembre 2014, 18:37

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