Palermo

Mafia, arrestati Giuseppe Guttadauro e il figlio VIDEO

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13 Febbraio 2022, 08:38

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PALERMO – Cosa nostra. Finiscono agli arresti domiciliari Giuseppe Guttadauro detto ‘il dottore’, e custodia in carcere per il figlio Mario Carlo. Questa l’ordinanza eseguita dai carabinieri del Ros e da quelli del comando provinciale di Palermo e dallo squadrone cacciatori Sicilia. Personalità di spicco nell’organizzazione Cosa nostra. Ai due viene contestata l’appartenenza alla famiglia di Palermo – Roccella (inserita nel mandamento di Brancaccio – Ciaculli) e l’intervento sulle più significative dinamiche del mandamento mafioso di Villabate – Bagheria.

Nel medesimo contesto – si aggiunge – Guttadauro jr è accusato con altri due di lesioni aggravate. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palermo – Direzione distrettuale antimafia, ritengono di aver documentato le attività del ‘dottore, per cui erano già scattate le manette il 22 maggio scorso nell’operazione ‘Ghiaccio’ insieme con il fratello Filippo Guttadauro, quest’ultimo cognato del latitante Matteo Messina denaro.

Le indagini che oggi hanno portato all’arresto del medico Giuseppe Guttadauro, già finito in carcere 22 anni fa, esponente di spicco di Cosa nostra palermitana, hanno svelato le sue frequentazioni di ambienti facoltosi della Capitale. Il dottore sarebbe intervenuto, con la promessa di un lauto compenso, per risolvere un contenzioso da circa 16 milioni di euro che una ricca donna romana aveva con un istituto bancario.

Guttadauro non avrebbe esitato a prospettare la possibilità di usare la violenza se il suo intervento non fosse riuscito a dirimere la vertenza. Guttadauro avrebbe, in quel caso, incaricato qualcuno di malmenare chi avrebbe ostacolato la soluzione della vicenda. 

Da quanto ricostruito dai Ros, Guttadauro avrebbe organizzato un commercio di droga con l’estero, finanziato da alcuni palermitani, aprendo un canale per l’acquisito della cocaina con il Sud America e con un albanese per il rifornimento di hashish. L’organizzazione avrebbe potuto contare su un assistente di volo, in rapporti con Guttadauro, che avrebbe dovuto trasportare 300 mila euro in Brasile nel momento in cui il carico di droga dal Sud America fosse arrivato in Olanda.

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Le intercettazioni disposte nell’inchiesta rivelano le aspre critiche da lui mosse verso le nuove generazioni di mafiosi, innescate dalla notizia della collaborazione con la giustizia di Francesco Colletti, uomo d’onore poi pentito. Guttadauro, nei suoi dialoghi, si diceva preoccupato per le rivelazioni di un altro pentito, Filippo Bisconti, e parlava dell’esigenza, rappresentata apertamente al figlio, di “evolversi” pur rimanendo ancorati ai principi di Cosa nostra.

Le indagini hanno ricostruito il presunto movente di un pestaggio, che altri due indagati – su ordine di suo figlio Mario Carlo Guttadauro – avrebbero “commissionato” il 25 ottobre del 2016 nei confronti di un giovane palermitano, punito per averlo accusato, dicono gli inquirenti, di “condotte contrarie alle regole morali di Cosa nostra”. 

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13 Febbraio 2022, 08:38

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