29 Aprile 2013, 17:14
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CATANIA – Avrebbe potuto sedere negli scranni di Palazzo degli Elefanti e votare delibere, anche di una certa importanza. Ma l’avventura politica di Giovanni Castelli, pronto a candidarsi al consiglio comunale nella lista Tutti per Catania a sostegno del primo cittadino uscente, sembra essere finita ancora prima di iniziare. L’uomo è stato arrestato stamani dai Carabinieri in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. presso il Tribunale di Catania su richiesta della locale Procura della Repubblica – Direzione Distrettuale Antimafia. Secondo quanto ricostruito nel corso delle lunghe indagini, Castelli aiutava e sosteneva il boss legato alla famiglia Santapaola, Orazio Magrì, durante la latitanza di quest’ultimo in Romania.
Le indagini, condotte dalla locale DDA presso la Procura della Repubblica e dai Carabinieri, hanno consentito di appurare che era stato Castelli, titolare del night club “River” di Aci Sant’Antonio, a permettere al latitante di sottrarsi alla cattura per quasi un anno e di mantenere i contatti con l’organizzazione mafiosa. Dopo una lunga attività di investigazione sulla presunta rete di fiancheggiatori, i Carabinieri sono quindi riusciti a trovare finalmente la pista giusta, ricostruendo lo stretto legame di Magrì con Castelli. Era quest’ultimo, infatti, a custodire i telefoni cellulari attraverso i quali il latitante comunicava con i familiari e impartiva ordini ai clan. Oltre a tenerli con sé, Castelli li consegnava di volta in volta a chiunque intendesse interloquire con il latitante, per evitare che la loro localizzazione da parte delle forze dell’ordine potesse consentire l’arresto di Magrì.
I Carabinieri sono riusciti inoltre a ricostruire anche alcuni flussi di denaro che, dalla Romania, arrivavano in Italia per il sostentamento della latitanza: somme di oltre 2000 euro al mese che venivano indirizzate, tramite un money transfer, a una donna rumena, originaria di Curtea De Arges (località in cui il latitante è stato catturato), con la quale Magrì intratteneva una relazione sentimentale e che, in Italia, risultava anagraficamente inserita nel nucleo familiare di Giovanni Castelli. L’arrestato è stato tradotto al carcere di Bicocca in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà nei prossimi giorni.
Immediate le reazioni del coordinatore dei movimenti civici a sostegno della campagna elettorale del sindaco Stancanelli, Claudio Corbino. “Sono centinaia e centinaia le richieste di candidatura – spiega Corbino a LivesiciliaCatania – tanto che, forse, saremo costretti a fare due liste. La prima cosa che facciamo – aggiunge – è chiedere il casellario giudiziario, ma ci sono tante sfumature ed evidentemente dovremo farlo in modo più accurato”. Corbino però è convinto che, alla fine, riusciranno nell’intento di presentare nomi e volti puliti, di gente per bene e animata solo dalla volontà di lavorare per Catania. “Quello che è accaduto ci spingerà a fare meglio – conclude- ma sono certo, per la storia personale e politica del sindaco, Stancanelli vigilerà e lo farà con il consueto rigore, etico e politico”.
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29 Aprile 2013, 17:14