21 Giugno 2022, 05:36
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CATANIA – Gioacchino Francesco La Rocca, meglio conosciuto come Gianfranco, è figlio del defunto boss di Cosa Nostra Francesco La Rocca, uno dei più feroci e sanguinari mafiosi siciliani, controverso e dibattuto anche all’interno di Cosa Nostra è l’erede “malvisto” dello “zio Ciccio”.
Gianfranco La Rocca è, per gli inquirenti, il reggente indiscusso della famiglia di Caltagirone di cui diventa capo dopo la morte del padre avvenuta nel 2020. Il feudo dei La Rocca è uno dei più vasti della Sicilia, comprende Caltagirone, Grammichele , San Michele di Ganzaria, Militello, Licodia Eubea e Vizzini.
Gianfranco La Rocca viene condannato a 3 anni e 6 mesi di reclusione per violazione dell’art. 12 quinquies della L. 356/1992 e art. 7 D.L. 152/91 reati quando le attenzioni della famiglia si concentrano nel mega appalto multimilionario della variante di Caltagirone, meglio nota come Libertinia.
Negli anni a seguire, fra il 2012 e 2016, è più volte oggetto di procedimenti a suo carico non ancora conclusi, e su di lui adesso pendono le accuse di: associazione mafiosa, estorsione aggravata, illecita concorrenza, trasferimento fraudolento di valori. Di lui pubblicamente sfoggia l’immagine di imprenditore agricolo ma il carattere precipitoso lo rende spesso attore di sfuriate pubbliche per questioni di interessi della famiglia dove ad ascoltare non ci sono solo i diretti interessati.
La più significativa sarebbe quella durante la quale, incontrato un membro dei “turturiciani” lo apostrofava come “più pentito di Palio” per sbeffeggiarlo innanzi a tutti. Gioacchino però è abile nel tessere rapporti con l’imprenditoria locale. Chiama tutti, si mette in mezzo alle controversie e chiede a ciascuno dei suoi fidati di partecipare al sostentamento della famiglia tanto da allontanare chi dopo il suo arresto “si è scordato di loro”.
Secondo gli inquirenti Gioacchino La Rocca troverebbe in Giuseppe Ciriacono l’uomo giusto su Caltagirone. Le comunicazioni, nonostante i tentativi di eludere le intercettazioni, sono continue così come gli incontri fra i due. La Rocca sa anche con anticipo da fonti non meglio identificate dei pagamenti ricevuti da Ciriacono, quasi in tempo reale sorprendendosi quando le informazioni gli giungono prima dalle sue fonti che da Ciriacono stesso.
Gli inquirenti, tramite spyware, raccolgono anche le preoccupazioni che Giuseppe Ciriacono, in presenza del figlio confida a Gioacchino La Rocca: “Tu vuoi fare tutti i lavori a Caltagirone e tu a me mi butti in galera” a queste preoccupazioni la Rocca rispondeva: “ma tu non ci devi arrivare! Se fai la gara e la vinci… parola incomprensibile…ma… ma c’è di impazzire!” Ciriacono, scrivono gli investigatori “Prende tutti i lavori da parte del comune per conto dello stesso La Rocca. La ditta di Ciriacono dà quindi denaro al gruppo”.
Per provare ad arginare i rischi, Ciriacono costruisce una galassia di società a lui riconducibi, facilitato, dicono gli investigatori, da un dipendente dell’ufficio tecnico del comune di Caltagirone, Egidio Russo, “con il quale i Ciriacono avevano un rapporto privilegiato”.
Nel giro di poco tempo nascono: la Ital Servizi Srl, società operante nel campo dei servizi di pulizia, la Emmeci Srl, società operante nel campo del movimento terra, la L. & G. Costruzioni Srl, società operante nel campo della costruzione di edifici residenziali e non residenziali, la Sicil Sud Costruzioni Srl società operante nel campo della costruzione di edifici residenziali, non residenziali e cura del verde, la Casuzze Costruzione Srl, società operante nel campo delle costruzioni di edifici residenziali e non residenziali la Ital Costruzioni Srl, società operante nel campo della costruzione di opere di pubblica utilità per il trasporto di fluidi, la Ital Costruzioni Group Srl società operante in campo edilizio e di pulizia di edifici, la Sicilsystem Srl società anch’essa operante nel campo in campo edilizio e di pulizia di edifici, nonché di cura e manutenzione del paesaggio, la Multi service Srl, società operante nel campo del movimento terra e manutenzione stradale.
Durante gli anni gli inquirenti hanno sottolineato come le società più anziane venivano svuotate della loro produttività in favore di quelle di recente costituzione. Nonostante il suo personale “impero” La Rocca è consapevole della poca fiducia in lui riposta dalle altre famiglie e persino dal padre Francesco La Rocca. Il Boss di Cosa Nostra secondo una confidenza di Michele Schillaci ad Alfredo Palio su di lui diceva: “ lui la deve finire, lui se ne deve andare a guardare le vacche, zio Ciccio ma che stai dicendo? Con chi ce l’hai? Con mio… con mio figlio! Ce la deve finire!”
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21 Giugno 2022, 05:36