Dalla sala banchetti al cimitero| Tutti gli incontri dei nuovi boss

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17 Novembre 2019, 06:00

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PALERMO – Non c’è solo la riunione in una palazzina a Baida, dove nel maggio 2018 venne convocata la nuova commissione provinciale di Cosa Nostra. I boss si sono dati appuntamento in tanti altri luoghi. Alcuni dei quali insoliti. A raccontare i retroscena è il pentito di Villabate, Francesco Colletti, nei verbali pubblicati integralmente nel nuovo numero dal mensile S in edicola.

La copertina del nuovo numero di S

Dai suoi racconti emerge il ruolo di Filippo Bisconti, boss di Belmonte Mezzagno, pure lui collaboratore di giustizia. Il suo potere non si limitava al territorio di competenza: “… se avevo bisogno di qualcosa a Trabia o San Mauro Castelverde – riferisce Colletti – mi rivolgevo a Bisconti. Bisconti si occupava di tutti questi paesi, anche Partinico addirittura, mi disse che le riunioni le faceva in una sala trattenimenti. Corleone sempre con Bisconti ma ho sentito di Gariffo o qualcosa del genere, Bisconti mi ha detto che se avevo bisogno di qualcosa a Catania di rivolgermi a lui”. È lecito attendersi sviluppi investigativi dalle dichiarazioni di Bisconti.

Dalla sala trattenimenti al camposanto. Nei verbali di Colletti ci sono tanti omissis a coprire l’identità di mafiosi e favoreggiatori: “omissis l’appuntamento lo hanno dato al cimitero di Ficarazzi… omissis mi ha fatto la strada e mi ha portato in una specie di maneggio a Bagheria, in mezzo alla campagna, ma nemmeno maneggio era perché secondo me c’erano delle stalle con quattro o cinque cavalli…”.

L’anziano capomafia diede conferma della sua fama di uomo brusco: “Scaduto dice si vi cumpurtati buoni vi tegnu altrimenti vi ni mannu questo è stato diciamo il buongiorno… io gli risposi allo Scaduto, che qualsiasi cosa da quel momento in poi lui doveva… anche parlare, muoversi, fare un passo, me lo doveva dire a me, e c’è stato un momento… di sguardo diciamo ci siamo un pochini sparati con gli sguardi, con gli occhi…”. Gli equilibri erano cambiati. Ormai comandava Colletti e Scaduto doveva stare nei ranghi: “… dissi un ti moviri chiu u capisti e si è calmato…”.

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La ricostruzione del collaboratore si sposta nel mandamento più vicino a Villabate, quello di Brancaccio. Chi comanda in quello che fu il feudo dei fratelli Graviano? “Greco Michele… quelli che ho conosciuto io le dico, un certo Giuseppe che lo abbiamo chiamato ‘il senatore’… io credo che di cognome faccia pure Greco… c’era un terzo che non sono sicuro, ecco qua non sono certo se si chiama Ingrassia, però era una persona anziana che quasi dormiva a tavola, quasi… sempre loro mi hanno chiesto di incontrarmi…”.

L’incontro avvenne “alla ferrovia… la via girando a destra, proprio costeggiando la banca Carige c’è una stradina, una stradina che va a finire nella piazza di Brancaccio… a circa 50 metri c’è un sottopassaggio, perché secondo me passa, no secondo me, sicuro, passa il treno di qua, quindi c’è la ferrovia…”.

I cugini Leandro e Giuseppe Greco si muovevano assieme nella stagione della riorganizzazione di Cosa Nostra. Il primo, appena ventottenne, è stato arrestato perché ha partecipato alla nuova cupola con il ruolo di capo mandamento di Ciaculli. Il secondo, che di anni ne ha 69, è citato più volte nelle carte delle recenti inchieste. Il nonno di Leandro era Michele Greco, il papa. Il padre di Giuseppe era Salvatore Greco, soprannominato il senatore per la sua capacità di dialogare con i politici, Ingrassia, soprannominato “boiacane”, è già stato condannato per mafia e droga. Era stato arrestato il 31 agosto 2008, dopo un periodo di latitanza negli Usa. Una permanenza oltreoceano che forse lo ha fatto entrare in contatto con Tommaso Inzerillo di Passo di Rigano, e cioè uno degli scappati rientrati dall’America. Alcuni mesi fa Ingrassia e Tommaso Inzerillo, soprannominato Tamì, si sono incontrati almeno un paio di volte.

Colletti fa il resoconto di altri incontri avvenuti in luoghi insospettabili: “Mi sono incontrato con Michele Greco di Ciaculli in una riunione penso fine 2018… in via Libertà, negozio Gucci… ci siamo incontrati per caso… ci siamo salutati, mi disse che mi doveva parlare, ci siamo dati un appuntamento dopo una quindicina di giorni a Villa Trabia, dentro la Villa Trabia… mi pressava per costituire questo mandamento di Villabate…. dal primo appuntamento con Michele Greco… mi sono autoproclamato… in uno di questi incontri poi abbiamo stabilito la data che è quel famoso giorno… maggio 2018…”. Altri particolari sul nuovo numero del mensile S in edicola.

 

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17 Novembre 2019, 06:00

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