Il clan di Carini alla sbarra| Cinque condanne e 3 assoluzioni

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20 Aprile 2016, 17:49

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PALERMO – In appello l’accusa regge solo in parte. Arrivano cinque condanne, ma anche delle assoluzioni per i presunti appartenenti al clan mafioso di Carini. Scagionati Margherita Passalacqua, figlia del capomafia Giovan Battista, morto nel 2012 (in primo grado era stata condannata a 9 anni), il marito Salvatore Sgroi e Gianfranco Grigoli (anche a loro erano stati inflitti 9 anni ciascuno).

Difesi dagli avvocati Gianfranco Viola, Gaspare Genova e Manfredi Emanuele, sono stati subito scarcerati. L’avvocato Genova è lo stesso legale finito sotto inchiesta in un’altra indagine. I pm avrebbero voluto addirittura arrestarlo per il suo presunto ruolo di mediatore nella vendita di un immobile riconducibile al boss Angelo Antonino Pipitone. Il gip, però, negò la richiesta di arresto, bollando come “inconsistenti” gli elementi dedotti dall’accusa. Dal canto suo Genova ha respinto ogni ipotesi di reato, ribadendo la correttezza del suo operato in tre decenni di professione.

Queste le altre condanne inflitte dalla Corte d’appello: Giacomo Lo Duca (9 anni), Croce Frisella (11 anni), Giuseppe Pecoraro (3 anni) Pietro Sgroi (6 anni e sei mesi), Giuseppe Barone (due anni).

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Si tratta di una parte dei ventuno arrestati nel blitz “Grande Padrino” eseguito dai carabinieri il 15 novembre del 2011. Il padrino era lui, Giovan Battista Passalacqua, detto “Battista ri Santi”, deceduto all’età di 82 anni. È morto da uomo libero. Il suo legale era riuscito, infatti, prima a fargli ottenere gli arresti domiciliari e poi la scarcerazione.

 

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20 Aprile 2016, 17:49

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