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La mafia degli imballaggi tra Catania e Ragusa, blitz con 16 arresti – NOMI

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12 Giugno 2024, 06:30

3 min di lettura

CATANIA – Infiltrazioni mafiose nel settore del packaging dei prodotti agricoli. Ma anche relazioni pericolose tra imprese petrolifere, armi in pugno, per controllare il territorio in un triangolo tra tre clan. I finanzieri del Gico e i carabinieri del nucleo investigativo di Ragusa hanno eseguito un’ordinanza del Gip etneo con 16 arresti. I particolari.

Mafia, il blitz della finanza

L’inchiesta, coordinata dalla Procura di Catania, ha colpito le famiglie mafiose di Catania e Ragusa. I sedici arrestati sono accusati, a vario titolo, di “associazione a delinquere di tipo mafioso, concorso esterno in associazione mafiosa, illecita concorrenza con minaccia o violenza, tentato omicidio, estorsione e tentata estorsione, detenzione abusiva di armi e porto in luogo pubblico, detenzione, trasporto e cessione di sostante stupefacenti, falsità ideologica commessa da privati, reati tutti aggravati dalla finalità mafiosa”.

Le indagini e il ‘capo’

Un’inchiesta complessa quella di carabinieri e finanzieri a cavallo tra la provincia iblea e quella etnea, ben 7 anni di approfondimenti seguendo le tracce di cosa nostra a Vittoria, in provincia di Ragusa, dove spadroneggiava quello che gli inquirenti ritengono essere il “capo”: Emanuele Greco detto ‘Elio’.

Un elemento di spessore, monitorato quando era detenuto e quando si trovava in stato di libertà. Le indagini hanno consentito di ricostruire l’organigramma completo.

Il referente pro tempore

Gaetano Valenti detto ‘Tano u barbiere’ sarebbe stato investito dal boss Greco, quando era detenuto, del ruolo di referente pro tempore dell’organizzazione criminale.

Greco, ai domiciliari, “avrebbe sfruttato la propria abitazione – scrivono gli investigatori – quale base logistica in cui effettuare incontri riservati con i propri accoliti, con esponenti apicali dei gruppi riconducibili a cosa nostra e operanti in altri contesti territoriali nonché con importanti imprenditori del settore del packaging, riprendendo di fatto il proprio ruolo di riferimento del sodalizio mafioso e riaffermando la propria influenza sul territorio”.

Il triangolo della mafia

Attraverso le indagini, gli investigatori hanno ricostruito la mappa di un clan in grado di controllare importanti attività commerciali, divenendo punto di riferimento nel settore della commercializzazione di imballaggi per prodotti ortofrutticoli. L’organizzazione si sarebbe mossa all’interno di un triangolo tra tre gruppi mafiosi: i Santapaola-Ercolano di Catania, i Nardo di Lentini e i Rinzivillo di Gela.

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Gli investigatori ritengono di rilievo anche il ruolo dei figli di Greco, Nuccio e Alberto, che “unitamente al padre” avrebbero avuto un ruolo nella “degli affari imprenditoriali nel settore degli imballaggi, facendo uso degli strumenti propri dell’assoggettamento mafioso e avvalendosi del proprio riconosciuto carisma criminale nell’ambiente della fornitura del packaging per influenzare e condizionare la libera concorrenza”.

Il sequestro e il ‘trucchetto’

I figli di Greco si sarebbero “imposti come intermediari bypassando di fatto il provvedimento di sequestro di beni e disponibilità del valore complessivo di 35 milioni di euro, emesso dal Tribunale di Catania” a carico del padre e della Vittoria Pack Srl.

Il clan si affermava sul territorio “con modalità spesso illecite e spregiudicate”, mantenendo i contatti con i Consalvo e i Puccio, “riciclatesi anch’essi – annotano gli investigatori – come imprenditori”. In questo modo sarebbe stato possibile controllare la vendita di imballaggi a Vittoria, dove si trova uno dei mercati più importanti del Meridione.

“Collusione tra imprese”

I militari delle fiamme gialle e i carabinieri hanno documentato una “collusione tra imprese attive nella commercializzazione di prodotti petroliferi” che, grazie ai rapporti con Greco, sarebbero riuscite “ad approvvigionarsi di carburante di provenienza illecita, così accrescendo il proprio giro d’affari potendo contare sulla competitività derivante da carburanti a basso costo”.

Interessi nella droga

Nel 2021 un arresto alza il livello di attenzione degli inquirenti, quello di Gaetano Valenti, trovato in possesso di un’arma da fuoco clandestina e di una notevole quantità di droga. “Emergono evidenze in cui il gruppo mafioso – scrivono gli investigatori – avrebbe posto in essere azioni intimidatorie verso altri soggetti pregiudicati vittoriesi per indurli al pagamento di quantitativi di stupefacente forniti da altre consorterie, che si sarebbero rivolti al gruppo dei Greco riconoscendone le capacità operative sul territorio”.

I nomi degli arrestati

1 – Giuseppe Amore

  1. Francesco Bella;
  2. Orazio Mattia Bella;
  3. DI NATALE Gianluca Di Natale;
  4. Mauro Gesso;
  5. Roberto Gesso;
  6. Raffaele Giudice;
  7. Alberto Greco;
  8. Emanuele Greco;
  9. Nuccio Greco;
  10. Eugenio Gulizzi;
  11. Giuseppe Licata;
  12. Maurizio Piedigaci;
  13. Roberto Salerno;
  14. Gaetano Valenti;
  15. Filadelfo Zarbano.

Pubblicato il

12 Giugno 2024, 06:30

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