Cronaca

“Siamo i più forti di tutti”: il ‘colloquio’ per entrare nel clan mafioso

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16 Agosto 2024, 05:01

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CATANIA – Il colloquio con un nuovo aspirante membro del gruppo. I soldi da mandare ai carcerati. L’attività di recupero crediti per conto di altre persone e le somme in ballo per il clan. La giornata di un membro del clan Santapaola – Ercolano, gli affari correnti del gruppo, sono raccontati in diverse delle conversazioni intercettate dalla Squadra mobile di Catania nell’operazione Ombra.

Il blitz, che ha portato in carcere 25 persone alla fine dello scorso luglio, ha rivelato e decapitato la nuova catena di comando del clan catanese. Tra le registrazioni però emergono anche gli atteggiamenti e le vanterie dei singoli membri, che parlano dei punti di forza del proprio gruppo agli aspiranti paragonandosi agli altri clan catanesi.

“Non facciamo motociclette”

In particolare è da una conversazione, registrata l’undici maggio 2022, che emergono le dinamiche e i rapporti tra diverse persone in un clan e il modo di parlare degli appartenenti a Cosa Nostra catanese.

Quel giorno, si legge nelle carte dell’inchiesta, un imprenditore si rivolge a Salvatore Iudicello e Carmelo Fazio, entrambi accusati di essere membri dei Santapaola – Ercolano, e chiede loro di potere essere affiliato al gruppo. I due prima vantano le caratteristiche del clan, poi dicono che parleranno con “il dirigente generale”, che all’epoca era Salvatore Ercolano.

Iudicello dice: “Qua stiamo lavorando tutti ma appena c’è il problema usciamo, non siamo gente che ci uniamo spacchiamento, non facciamo motociclette”. Iudicello poi chiede all’imprenditore aspirante affiliato: “Vuoi un ombrello?”

L’imprenditore risponde “No non ne voglio ombrello”, e Iudicello dice “La vuoi come rivincita, per come sto capendo”. L’imprenditore a sua volta risponde: “Voglio delle rivincite perché sono sempre stato della famiglia”.

Poco dopo Iudicello continua a descrivere il suo clan: “Noi lavoriamo tutti, anch’io lavoro, siamo messi in regola. Però se qualcuno ci suca la minchia siamo i più forti di tutti, o sto sbagliando zio Melo? Un problema e noialtri prende e ci muoviamo, questo non è un problema”.

Dopo altri scambi è sempre Iudicello a dire all’aspirante: “Mario più tardi sta salendo una persona che è quello che dirige, il dirigente generale che è mio fratello, gliela faccio presente questa cosa e poi dice fai parte di qua, fai parte della Stazione”.

I soldi in carcere

Nella stessa giornata, dopo che l’aspirante affiliato è andato via, Iudicello, Carmelo Fazio e Salvatore Fazio parlano di una terza persona, Alberto Privitera. Salvatore Fazio si lamenta del fatto che quando era in carcere non ha avuto soldi da Privitera: “Gli ho detto Alberto ascoltami, mi sono fatto cinque mesi e in questo tempo da voi 50 euro non li ho visti”.

Fazio poi spiega che è arrabbiato più per l’atteggiamento che per i soldi: “Fa piacere quando arrivano cento euro in galera ma io non li volevo perché mio figlio non mi ha fatto mancare niente, ma lui (Privitera ndr) lo sapeva, mi sentivo abbandonato, a dire ciao Turi come sei combinato”.

Il recupero crediti

Gli uomini del clan poi passano a parlare di recupero crediti. Ad esempio di un credito da 11 mila euro. Salvatore Fazio dice: “Questo del mercato gli deve 11 mila euro, gliene dà 4 mila e la rimanenza se te la fai dare sono nostri e ce li dividiamo”. In un altro caso, un debito da 80 mila euro, Fazio dice: “Sopra 80 mila euro, ne prendiamo 25?”

Ancora, si parla di un debito di 1200 euro di una persona su cui il clan fa le divisioni: “Mi ha detto, me li puoi dare un pugno di giorni? Mi deve dare 1200 euro, è un recupero, 600 nostri e 600 delle Balatelle”.

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16 Agosto 2024, 05:01

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