11 Agosto 2020, 05:17
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I verbali sono pieni di omissis. Salvatore Giarrizzo finito in manette nel blitz The King condotto dalla Squadra Mobile di Catania e dal Commissariato di Adrano ha deciso di collaborare con la giustizia. Una notizia che nella cittadina ha già scatenato panico, non solo tra gli indagati finiti in manette ma anche tra i vari esponenti dei due clan mafiosi che operano ad Adrano. Il clan Scalisi, alleato dei Laudani di Catania, e i Santangelo, rappresentanti di Cosa nostra.
I pentiti – come documentato nell’ordinanza che lo ha spedito dietro le sbarre il mese scorso – lo hanno indicato come un affiliato del clan Scalisi, anzi dopo le retate degli ultimi anni avrebbe preso un ruolo di vertice. Una ricostruzione che Giarrizzo conferma.
“Faccio parte del clan Scalisi di Adrano nel quale sono entrato con il ruolo di referente omissis dopo il blitz del 2017”, racconta alla pm Assunta Musella. Chissà chi è il mister X che gli ha affidato lo scettro? “Infatti un giorno – continua Giarrizzo – mi convocò dicendomi che ero una persona da sempre vicina alla famiglia e del quale il gruppo poteva fidarsi. Mi specificò che Omissis avrei dovuto aiutarlo nella gestione del sodalizio e delle attività illecite, sia concernenti il traffico di droga che le estorsioni. Effettivamente anche prima di tale riconoscimento sono stato sempre vicino alla famiglia”, chiarisce ancora. Il boss Omissis deve essere sicuramente uno dei reggenti del clan: affidare un ruolo di vertice è compito dei capi.
Giarrizzo ha già fornito l’organigramma aggiornatissimo del clan Scalisi. Ma nei verbali trasmessi alle udienze davanti al Tribunale del Riesame la mappa mafiosa di Adrano è coperta ancora da omissis. “Sono in grado di elencare gli attuali componenti del gruppo mafioso Scalisi”, esordisce il nuovo collaboratore parlando degli storici alleati dei Laudani.
Il ruolo di vertice avrebbe permesso a Giarrizzo di avere contatti anche con boss di altre famiglie mafiose. Sui referenti dei Santapaola, il neo pentito riempie diverse pagine: “Conosco la famiglia Santangelo di Adrano che opera nel territorio e con la quale vi è spartizione di tutte le attività, una vera e propria alleanza delle rispettive famiglie”. Insomma l’ascia di guerra tra i due clan mafiosi sarebbe stata deposta.
Salvatore Giarrizzo sarebbe stato il capo, ma non avrebbe gestito ‘personalmente’ gli affari di droga. Il suo compito sarebbe stato quello di incassare, anche al fine di far arrivare i soldi alla cassa del clan. A dirigere le fila della piazza di spaccio sarebbe stato dunque Nuccio Di Stefano, che amava definirsi “il King della marijuana”. Ma per il neo pentito, il ‘re’ della droga sarebbe “componente della famiglia Scalisi” a tutti gli effetti. Il suo ruolo sarebbe stato ben definito: “Si occupava della gestione della piazza di spaccia e dei ‘ragazzi’ che la componevano, mentre era agli arresti domiciliari. Aveva un ruolo di responsabilità – dice Giarrizzo – perché sbrigava tutto, si interessava delle forniture, spacciava, coordinava i ragazzi e riceveva i proventi. Era in possesso di più pistole e un fucile. I proventi venivano poi, al netto delle spese, consegnati a me”.
Salvatore Giarrizzo conosce bene gli affari illeciti dall’interno. E dai suoi verbali potrebbero arrivare input investigativi importanti. Alcuni, in effetti, sono già arrivati. Ha permesso infatti di recuperare e sequestrare delle armi. Ma è solo l’inizio.
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11 Agosto 2020, 05:17