16 Novembre 2017, 19:44
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PALERMO- Ci sono degli sconti di pena, perché vengono meno alcuni capi di imputazione. Per il resto l’impianto accusatorio della Procura resta solido anche in secondo grado. Condannati tutti e sette gli imputati al processo sulla mafia di Santa Maria di Gesù. La sentenza è della Corte d’appello, presieduta da Mario Fontana.
Tra i condannati anche l’anziano Salvatore Profeta che era tornato in carcere dopo essere stato scagionato dalla strage di Via D’Amelio. Era uno degli ergastolani condannati sulla base delle bugie dei pentiti.
Queste le pene: 8 anni a Salvatore Profeta, 7 anni e 10 mesi per Antonino Profeta; 13 anni per Giuseppe Galati, indicato come componente della famiglia della Guadagna, in continuazione con una precedente condanna. 6 anni e 8 mesi per Francesco Pedalino, genero di Profeta. Condannati per rapina Giuseppe Lucera e Domenico Abbonato (2 anni ciascuno) e Antonino Palumbo (2 anni e 4 mesi).
Il processo nasceva dal blitz della Squadra mobile coordinato dai pubblici ministeri Sergio Demontis, Francesca Mazzocco e Caterina Malagoli. Qualche mese dopo un’altra indagine, dei carabinieri del Ros e del comando provinciale, avrebbero fatto emergere che all’interno del clan sarebbe maturato il delitto di Mirco Sciacchitano. Un giovane che si trovò nel posto sbagliato in compagnia della persona sbagliata.
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16 Novembre 2017, 19:44