25 Novembre 2016, 15:35
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PALERMO – L’elenco delle richieste di pena si apre con sedici anni per Rosario Lo Bue, indicato come il nuovo capomafia di Corleone. E prosegue con Vincenzo Pellitteri (14 anni), Pietro Pollichino (11 anni), Salvatore Pellitteri del ’76 (10 anni), Roberto Pellitteri (9 anni), Salvatore Pellitteri del ’92 (9 anni). La parola passa adesso ai difensori. Poi, la sentenza che riguarda anche i i presunti boss di Chiusa Sclafani e Palazzo Adriano.
Classe 1953. Pastore di professione. Rosario Lo Bue incontrava i suoi uomini in campagna mentre pascolava gli animali e predicava la pace in nome di Dio. Secondo i carabinieri del Gruppo Monreale, era un capomafia all’antica. L’indagine coordinata dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Leonardo Agueci e dai sostituti Sergio Demontis, Caterina Malagoli e Gaspare Spedale offrì lo spaccato di una mafia che guardava al passato per serrare i ranghi.
Rosario Lo Bue è fratello di Calogero Giuseppe, arrestato nell’aprile del 2006 perché era uno dei “vivandieri” di Bernardo Provenzano. Nei guai Rosario c’era finito la prima volta nel 1997, anche lui per avere aiutato il padrino a nascondersi. Ma è nel 2008, neri giorni del maxi blitz Perseo, che la sua figura emerge con prepotenza. Nel tentativo di ricostruire la Cupola a Corleone avevano deciso di schierarsi al fianco di Palermo. I viddani scendevano a patti con i palermitani che tre decenni prima Riina e Provenzano avevano spodestato con il piombo. Solo che le dichiarazioni allora furono dichiarate nulle per un vizio formale. L’anno scorso sono scattate di nuovo le manette.
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25 Novembre 2016, 15:35