A casa di Gianni Nicchi | Ecco l’ultimo covo del boss

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01 Dicembre 2012, 07:30

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PALERMO – Gianni Nicchi si sentiva a casa. Servito e riverito com’era. La famiglia che lo ha ospitato lo trattava come un figlio. Un ragazzo “bravo ed educato”, dicevano di lui le donne che lo hanno accudito.

Eccolo il vero covo dell’astro nascente di Cosa nostra. I carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale lo hanno individuato in una palazzina nel quartiere Uditore. Il figlioccio di Nino Rotolo, che dell’Uditore era il signore incontrastato, ha scelto di vivere in mezzo alla sua gente, certo che la rete di protezione non lo avrebbe tradito. Ed infatti è stato arrestato lontano da “casa”. La fuga del Picciutteddu è finita il 5 dicembre 2009 in un appartamento di via Filippo Juvara, a poche centinaia di metri dal Palazzo di Giustizia. Era solo un luogo di passaggio e di incontri. Il vero covo era altrove. Come hanno scoperto gli uomini del reparto operativo guidati dal colonnello Salvatore Altavilla.

Chi oggi abita nella casa dove ha vissuto il latitante ha appena ricevuto un avviso di conclusione delle indagini. Si tratta di Vincenzo Vitale, del figlio Fedele e della moglie Rosalia Gullo. Assieme a loro sono indagati anche Francesco Modica, Salvatore Mastrantonio e Salvatore Pioppo: avrebbero partecipato all’organizzazione alle vacanze di Nicchi nella sua ultima esatte da uomo libero. Nelle informative dei carabinieri fanno capolino decine di altri nomi. Gente dai rapporti discutibili, che però non è finita sotto inchiesta. Tutti insieme sono gli amici di Gianni Nicchi.

All’indomani dell’arresto del latitante, a casa della madre, LuciNa Martinelli, si presentano tre donne. Sono Orsolina Priolo, Rosalia Gullo e la figlia Maria Teresa Vitale. E la Gullo commossa le fa i “complimenti perché ha un figlio veramente educato… Io lo conoscevo molto bene signora… non bene, molto bene… penso che per qualche anno ho preso il suo posto io… nel senso buono… ”.  I dialoghi sono sono stati intercettati. Nel numero di S da oggi in edicola li troverete pubblicati integralmente assieme a tutti i retroscena della latitanza di Nicchi ricostruita dai militari del Nucleo investigativo del maggiore Antonio Coppola. Compresi i giorni trascorsi a Milano, testimoniati da una sequenza di fotografie.

Scatti di “mafia” come quelli che immortalano l’inaugurazione del negozio Donna In di corso Finocchiaro Aprile, sequestrato perché riconducibile a Fabio Chiovaro e Gaspare Bonura, entrambi arrestati nel recente blitz della polizia che ha azzerato il clan della Noce. Le fotografie, a cui S dedica un ampio servizio, sono diventate lo spunto per ulteriori approfondimenti investigativi. L’analisi della documentazione potrebbe servire per svelare intrecci finora rimasti irrisolti.

 

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01 Dicembre 2012, 07:30

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