01 Ottobre 2019, 05:08
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PALERMO – La Procura ha firmato la richiesta di rinvio a giudizio. Gli imputati sono 64. Approda davanti al giudice per l’udienza preliminare il processo alla nuova mafia di Palermo.
Nella richiesta di processarli tutti c’è la firma del procuratore aggiunto Salvatore De Luca e dei sostituti Bruno Brucoli, Francesca Mazzocco e Dario Scaletta. L’inchiesta è quella che sfociò nell’operazione dei carabinieri denominata “Cupola 2.0”. Fu bloccata la nuova commissione provinciale di Cosa Nostra. I capimafia si riunirono a maggio del 2018 in una palazzina di Boccadifalco. A presiedere l’assise mafiosa fu Settimo Mineo, boss di Pagliarelli. Al suo fianco c’erano Gregorio Di Giovanni di Porta Nuova, Francesco Colletti di Villabate, Leandro Greco di Ciaculli (è il nipote di Michele Greco, il ‘papa’ della vecchia mafia), Giovanni Sirchia di Passo di Rigano, Calogero Lo Piccolo di San Lorenzo. Della cupola faceva parte anche Filippo Bisconti di Belmonte Mezzagno che, così come Colletti, ha scelto di collaborare con la giustizia.
Nella nuova mappa della mafia a Pagliarelli, oltre a Mineo, un ruolo di primo piano avevano Salvatore Sorrentino (capo della famiglia mafiosa del Villaggio Santa Rosalia) e Filippo Annatelli (capo della famiglia di Corso Calatafimi).
A Porta Nuova c’era Gaetano Leto al Capo, mentre a Ballarò l’uomo forte sarebbe stato Massimo Mulè (la Procura continua a contestargli il ruolo di capo nonostante l’accusa sia caduta al Riesame e Mulè sia stato scarcerato, salvo poi finire di nuovo in cella nell’inchiesta sui buttafuori imposti dalla mafia). Gaspare Rizzuto avrebbe retto la famiglia di Porta Nuova, mentre a Salvatore Pispicia, cugino di Gregorio Di Giovanni, sarebbe stato il portavoce del capo mandamento.
A San Lorenzo Lo Piccolo avrebbe potuto contare sull’apporto di Giuseppe Serio, Erasmo Lo Bello e Carmelo Cacocciola. Si sono autoaccusati di avere fatto parte della nuova mafia i pentiti Sergio Macaluso e Domenico Mammi di Resuttana.
Bisconti gestiva il mandamento di Belmonte Mezzagno assieme a Salvatore Sciarabba, mentre Colletti a Villabate poteva contare su Filippo Cusimano (che gli faceva da autista), Francesco Caponetto (famiglia di Villabate), Vincenzo Sucato (famiglia di Misilmeri), Francesco Antonino Fumuso (Villabate), Stefano Polizzi (Bolognetta).
L’elenco degli imputati considerati uomini d’onore si completa con Giovanni Cancemi (Pagliarelli), Michele Grasso (Pagliarelli), Matteo Maniscalco (Pagliarelli), Salvatore Mirino (Corso Calatafimi), Marco La Rosa (Corso Calatafimi), Andrea Ferrante (Pagliarelli), Gioacchino Badagliacca (Rocca Mezzomonreale), Rubens D’Agostino (Porta Nuova), Michele Madonia (si sarebbe occupato soprattutto di droga a Porta Nuova), Luigi Marino (Porta Nuova), Rosolino Mirabella (Porta Nuova), Giovanni Salerno (Porta Nuova), Domenico Nocilla (Misilmeri), Vincenzo Ganci (Misilmeri), Pietro Merendino (Misilmeri), Nicolò Orlando (Misilmeri), Giuseppe Bonanno (Misilmeri), Giusto Sucato (Misilmeri), Maurizio Crinò (Misilmeri), Pietro Scafidi (Misilmeri), Filippo Di Pisa (Misilmeri), Stefano Albanese (Polizzi Generosa), Giuseppe Costa (Villabate), Fabio Messicati Vitale (Villabate), Michele Rubino (Villabate), Salvatore Troia (Villabate), Antonio Giovanni Maranto (San Mauro Castelverde”.
Richiesta di rinvio a per estorsione per Giusto Amodeo e Giusto Francesco Mangiapane di Misilmeri, Simone La Barbera di Mezzojuso, Pietro Lo Sicco di Capaci, Giusto Alaimo di Villabate, Giusto Giordano di Misilmeri. Salvatore Ferrante risponde di minaccia. Salvatore Ingenio e Francesco Gambino rispondono di favoreggiamento perché avrebbero negato di avere subito richieste estorsive. Giovanna Comito e Umberto Maiorana sono imputati per intestazione fittizia di beni.
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01 Ottobre 2019, 05:08