13 Aprile 2023, 13:26
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CATANIA. “Con riferimento ai rischi d’infiltrazione nel settore economico, rimane alta l’attenzione all’ambito dei controlli antimafia sulle ditte e sulle imprese interessate ai lavori pubblici, anche nell’ottica di adeguare in modo più stringente ed efficace le misure di prevenzione a tutela dell’impiego dei fondi assegnati con il PNRR”. È quanto emerge dalla Relazione semestrale della Dia presentata dal Ministro dell’Interno e relativa ai fenomeni di criminalità organizzata di tipo mafioso del primo semestre del 2022.
Nel territorio catanese operano da decenni anche altri sodalizi mafiosi tra i quali, i più importanti, i clan CAPPELLO-BONACCORSI, LAUDANI, PILLERA-DI MAURO, SCIUTO (Tigna), CURSOTI, PIACENTI e NICOTRA.
Si legge nella relazione: “Sembrerebbe consolidata la tendenza di cosa nostra a trasferire le attività criminali di minore profilo a gruppi organizzati meno strutturati, riservandosi gli ambiti maggiormente remunerativi quali il traffico di stupefacenti su larga scala e, soprattutto, l’infiltrazione nel mondo imprenditoriale. In tal senso lo sforzo principale delle consorterie si estrinsecherebbe tramite attività di usura e pretese estorsive in danno di commercianti e imprenditori finalizzate prevalentemente all’acquisizione soprattutto di piccole e medie imprese, strumentali alle successive operazioni di riciclaggio e di reimpiego di capitali illeciti. In realtà proprio il rapporto imprenditore/criminalità organizzata costituisce un binomio sempre più spesso convergente, tanto che, in diverse occasioni sarebbero stati proprio gli imprenditori e i titolari di esercizi commerciali a rivolgersi alla criminalità organizzata non solo per ottenere la tradizionale attività di “recupero credito” ma anche per garantirsi la cd. “protezione”, come documentato dagli esiti dell’operazione “Agorà” conclusa dai Carabinieri il 16 giugno 2022.
“Nel catanese a destare maggiore preoccupazione permane la vocazione imprenditoriale delle organizzazioni mafiose – prosegue la relazione – e la loro capacità di infiltrarsi nei gangli dell’economia reale, come evidenziato anche dal Presidente della Corte d’Appello di Catania, Dott. Filippo PENNISI, nella Relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2022 dalla quale emerge la necessità di “monitorare le opportunità di infiltrazione dei sodalizi mafiosi nelle attività imprenditoriali medio-piccole ed il conseguente rischio, vieppiù aumentato a causa dei devastanti effetti economici della pandemia, che le stesse vengano fagocitate dalle consorterie malavitose, diventando strumento per il riciclaggio ed il reimpiego di capitali illeciti”. Appare dunque verosimile come una possibile minaccia potrebbe essere ulteriormente rappresentata dall’interesse dei clan, da sempre avvezzi a infiltrarsi anche nei meccanismi di gestione degli affidamenti dei fondi pubblici, verso quelle risorse assegnate per il rilancio del Paese nell’ambito del Piano nazionale Ripresa e Resilienza. Il decreto del 22 aprile 2022, pubblicato dal Ministero dell’Interno di concerto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze, ha infatti stanziato per la città Metropolitana di Catania due ingenti finanziamenti per complessivi 186 milioni di euro concernenti i Piani Urbani integrati finalizzati al miglioramento di quelle aree del territorio, considerate più degradate, al fine di ottenerne la loro riqualificazione e rivitalizzazione economica.
“In tale contesto va inquadrato il ruolo svolto nel territorio dalla famiglia SANTAPAOLA- ERCOLANO la quale, sebbene ridimensionata da provvedimenti giudiziari succedutisi negli anni e indebolita da una leadership spesso affidata a “reggenti” privi del necessario carisma criminale, continua a rappresentare “l’espressione più pericolosa della forza e della aggregazione che ancora oggi il nome Santapaola- Ercolano esercita sulla città e sui paesi della provincia”.
“Nel capoluogo etneo la consorteria è organizzata in squadre che prendono il nome dal quartiere di riferimento alle quali viene riconosciuta una certa autonomia organizzativa e decisionale; nel resto della provincia, in assenza di una gestione diretta, l’organizzazione è rappresentata da sodalizi stanziali i quali, sebbene privi di competenze strategiche, garantiscono una pluralità di interessi criminali e un sempre più capillare controllo del territorio. Nei settori d’interesse, la famiglia catanese tende solitamente ad estendere la propria azione anche nelle province vicineesercitando, in maniera incisiva, la propria influenza anche sulle confinanti organizzazioni peloritane mediante i collegamenti con le famiglie di Mistretta e di Barcellona Pozzo di Gotto. La sua operatività continua a manifestarsi con il controllo diretto o indiretto delle più importanti piazze di spaccio della città così come documentati e consolidati sono gli ambiti criminali riguardanti le attività usurarie e quelle estorsive in danno di commercianti ed imprenditori, anche nella forma del cosiddetto “recupero crediti”.
In tale ambito, il 14 marzo 2022 i Carabinieri di Catania hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di 3 soggetti ritenuti responsabili di estorsione aggravata”.
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13 Aprile 2023, 13:26