La mafia e il pizzo alle discoteche |”La protezione costa 1000 euro”

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27 Febbraio 2018, 17:36

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CATANIA – Due discoteche “protette” dal clan Cappello-Bonaccorsi. Il costo di questa protezione forzata? Mille euro al mese che il titolare dei due locali sarebbe stato costretto a versare mensilmente direttamente al boss Massimiliano Salvo, detto U Carruzzeri. Un incubo che non si arresta nemmeno a gennaio del 2017, quando l’esponente della cosca finisce in manette nel blitz Penelope. A battere cassa sarebbe stato il fratellastro del boss, Francesco Salvo. Che aveva delegato gli incassi a Kristian Zappalà. I due però finiscono in manette lo scorso dicembre. Poco prima di Natale, Zappalà viene pizzicato dagli investigatori con i soldi in tasca. In una delle discoteche la Squadra Mobile, sezione anti racket, ha installato una telecamera che ha permesso di seguire in diretta la consegna dei soldi. A Massimiliano Salvo, invece, è stata notificata l’ordinanza in carcere, dove è detenuto al 41bis.

Indagini chiuse, si apre il processo. La pm Antonella Barrera ha chiesto il giudizio immediato e il Gip Sebastiano Di Giacomo Barbagallo ha già fissato l’udienza per il prossimo 9 aprile davanti alla Seconda Sezione Penale del Tribunale di Catania. Francesco Salvo, difeso dagli avvocati Giorgio Antoci e Stefano Aliotta, e Kristian Zappalà, difeso dall’avvocato Salvatore Leotta, hanno già depositato istanza di rito abbreviato ma ancora non è stata fissata l’udienza davanti al Gup. Processo ordinario, invece, per Massimiliano Salvo, difeso dall’avvocato Giorgio Antoci.

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27 Febbraio 2018, 17:36

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