Mafia e sangue, chiesta la condanna dei killer di Cosa nostra - Live Sicilia

Mafia e sangue, chiesta la condanna dei killer di Cosa nostra

L'inchiesta Thor ha fatto luce su oltre 20 omicidi rimasti irrisolti per decenni. Le richieste di pena.

CATANIA – Il volto feroce della mafia. Quella che ammazza. Che uccide innocenti. Che sparge sangue per vendetta e regolamenti di conti. Che combatte guerre per il potere criminale. La mafia che puzza di polvere da sparo. Un lezzo che fortunatamente non sentiamo da molti anni a Catania. È lontano, infatti, il tempo della mattanza.

Il processo Thor

Ma un processo, ieri, ha riportato indietro le lancette dell’orologio. Si è conclusa la requisitoria del pm Rocco Liguori che ha chiesto la condanna di mandanti e sicari di Cosa nostra accusati di oltre 20 omicidi commessi tra il 1989 e il 2007. Il sostituto procuratore ha pronunciato diverse volte la parola ergastolo. Ma ha chiesto anche condanne di 30 e 20 anni. 

Le confessioni

Un “peso” di condanna diverso che è frutto sia dello sconto di pena previsto dal rito alternativo, ma anche dalla concessione di attenuanti. Ci sono state anche vere e proprie confessioni da parte di alcuni imputati. Un fatto “quasi storico” davanti a certi nomi.

L’omicidio di un Santapaola

C’è il gotha del clan Santapaola-Ercolano alla sbarra. Anche della famiglia di sangue. Rischia una condanna a 30 anni infatti il primogenito di Nitto Santapaola, Vincenzo che è accusato del duplice omicidio del cugino Angelo e del suo guardaspalle Nicola Sedici. I due sono stati ammazzati e poi bruciati il 26 settembre 2007. A dare una svolta a questo caso di lupara bianca, per cui è stato già condannato con sentenza definitiva il boss Enzo Aiello, sono state le dichiarazioni di Francesco Squillaci, detto Martiddina. Che ha anche accusato il padre Pippo di diversi omicidi. 

Le rivelazioni di Martiddina

Dalle sue rivelazioni è partita l’inchiesta del Ros denominata Thor. Per il duplice omicidio di Angelo Santapaola e Nicola Sedici rischiano la condanna anche Orazio Magrì (20 anni la richiesta di pena), Natale Filloramo (30 anni la richiesta di pena), l’ex reggente di Cosa nostra catanese e oggi pentito Santo La Causa (chiesti 6 anni). Il pm ha chiesto la condanna all’ergastolo – ma per altri delitti – per Aldo Ercolano, figlio di Pippo e mandante dell’omicidio del giornalista Pippo Fava.

La Causa non è l’unico pentito che sta affrontando l’udienza preliminare davanti alla gup Maria Ivana Cardillo. Ci sono anche Umberto Di Fazio, Natale Di Raimondo e Giuseppe Raffa. 

Alla sbarra Maurizio Avola

E c’è anche il collaboratore di giustizia che sta facendo discutere per le rivelazioni sulla strage di Via D’Amelio (bollate come bufale dalla Procura di Caltanissetta) contenute nel libro-intervista firmato da Michele Santoro. Maurizio Avola è indicato tra i sicari che avrebbero strangolato con una corda il 23 giugno 1992 Rosario La Spina, conosciuto come Saro u boss. 

Le richieste di pena

Maurizio Avola 3 anni (continuazione con altra sentenza del 2002), Santo Battaglia, ergastolo con isolamento diurno per un anno (in continuazione), Filippo Branciforte, ergastolo, Enrico Caruso, 30 anni, Giovanni Cavallaro, 30 anni, Giuseppe Cocuzza, ergastolo con isolamento diurno per un anno (in continuazione), Nunzio Cocuzza, 30 anni, Orazio Benedetto Cocimano, 30 anni, Umberto Di Fazio, 8 anni, Francesco Di Grazia, ergastolo, Natale Di Raimondo, 8 anni, Aldo Ercolano, ergastolo, Natale Salvatore Fascetto, ergastolo, Natale Filloramo, 30 anni, Santo La Causa, 6 anni, Ferdinando Maccarrone, 6 anni e 4 mesi, Francesco Maccarrone, 30 anni, Angelo Marcello Magrì, 30 anni, Orazio Magrì, 20 anni, Cesare Patti, ergastolo con isolamento diurno di un anno (in continuazione), Aurelio Quattroluni, ergastolo, Giuseppe Raffa, 6 anni, Vincenzo Salvatore Santapaola, 30 anni, Giuseppe Squillaci, ergastolo, Nicolò Squillaci, 30 anni, Nunzio Zuccaro, ergastolo. 

Gli omicidi e i sicari

Lello Quattroluni, Francesco Di Grazia e il pentito Umberto Di Fazio (pentito) sono accusati dell’omicidio di Roberto Pistone, ucciso a Catania l’8 maggio 1992. Ancora Di Fazio, insieme a Salvatore Fascetto, Francesco Maccarrone e Filippo Branciforte sono indicati come gli autori del delitto di Santo Nunzio Tomaselli, freddato il 2 marzo 1992. Natale Di Raimondo, Aurelio Quattroluni, Francesco Maccarrone, Filippo Branciforte e Di Fazio avrebbero ammazzato, il 12 febbraio 1992, Sebastiano Villa.

Giuseppe Squillaci, Francesco e Ferdinando Maccarrone (pentito) sono indagati per il delitto di Carmelo Bonanno avvenuto il 30 dicembre 1991. Maurizio Avola (pentito), Giuseppe Squillaci e Santo Battaglia sarebbero i killer di Rosario La Spina, strangolato e ucciso a Belpasso il 23 giugno 1992. Francesco Di Grazia è il nome che mancava per l’omicidio di Francesco Lo Moro consumatosi a Valcorrente il 7 giugno 1994.

Ferdinando Maccarrone, Nunzio Cocuzza e Nunzio Zuccaro devono rispondere dell’assassinio di Angelo Bertolo, freddato il primo luglio 1994. Marcello Magrì avrebbe sparato e ucciso Antonio Maugeri il 10 settembre 1996 a Belpasso. Giuseppe Squillaci, Francesco Maccarrone, Nunzio Cocuzza e Sebastiano Nardo avrebbero partecipato alla strage di Lentini del 10 aprile 1991, dove morirono Carino Catalano, Salvatore Motta e Salvatore Sambasile.

Natale Di Raimondo, Aldo Ercolano, Giuseppe Squillaci, Francesco Di Grazia, Enrico Caruso e Francesco Maccarrone avrebbero ucciso Nicola Cirincione a Camporotondo Etneo il 4 ottobre 1990. Di Grazia e Di Raimondo avrebbero torturato e soffocato Salvatore Montauro a Valcorrente il 10 luglio 1991.

Giuseppe Squillaci e Francesco Maccarrone avrebbero crivellato di colpi Antonino Paratore il 24 maggio 1991. Giuseppe Cocuzza e Cesare Patti avrebbero sparato uccidendolo Giovanni Tomaselli il 24 maggio 1995. Giovanni Cavallaro, Marcello Magrì e Filippo Branciforte avrebbero ammazzato Agatino Zammataro il 20 novembre 1996.

Branciforte e Fascetto sono accusati del duplice omicidio di Gabriele Cirimbolo Prestifilippo e Salvatore Calabrese commesso il 3 dicembre 1992. Vincenzo Santapaola e Benedetto Cocimano sono accusati dell’omicidio di Vito Bonanno commesso il 19 ottobre 1995.

Giuseppe Raffa (pentito), Nicolò Squillaci e Francesco Maccarrone sono i nomi coinvolti nel delitto di Pietro Grasso, avvenuto a Piano Tavola il 22 luglio 1989. Natale Di Raimondo (pentito), Lello Quattroluni, Francesco Di Grazia sarebbero i sicari di Luigi Abate, eliminato il 2 gennaio 1992. Di Raimondo, Ercolano e Di Grazia avrebbero strangolato Antonio Furnò a Valcorrente il 13 settembre 1990. Aldo Ercolano è ritenuto una delle mani che si è macchiata del sangue di Domenico La Rosa, ammazzato il 24 settembre 1992.

Natale Di Raimondo, Umberto Di Fazio e Aldo Ercolano avrebbero ucciso Maurizio Colombrita il 28 gennaio 1991. Il pentito Giuseppe Raffa, infine, avrebbe freddato insieme ad altri killer Filippo Fiorito. Era l’11 agosto del 1989.


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