Imponevano i loro mezzi alle aziende | Sei arresti nell’Agrigentino

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13 Dicembre 2012, 09:31

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AGRIGENTO – La squadra mobile di Agrigento ha eseguito all’alba sei misure cautelari, di cui 3 in carcere e altrettante ai domiciliari – firmate dal gip del tribunale di Palermo Ricciardi su richiesta della Dda, con l’accusa di estorsione aggravata dal metodo mafioso ed intestazione fittizia di beni. Tutti gli arrestati sono di Licata, un comune a 30 chilometri dal capoluogo. L’operazione e’ stata denominata in codice”Ouster”, ovvero ”Imposizione” o anche il tentativo di estromettere il titolare di un’azienda per appropriarsene. Le indagini avviate nel 2009 sono durate oltre due anni. I dettagli verranno resi noti durante una conferenza stampa, alle 11, nella questura di Agrigento.

Gli arrestati dell’operazione “Ouster” della Mobile di Agrigento e del commissariato di Licata, contro un giro di estorsioni aggravate dal metodo mafioso, sono: Angelo Occhipinti, 58 anni; Giuseppe Galanti, 54 anni; Pasquale Cardella, di 61 anni. Questi tre sono stati portati in carcere. Ai domiciliari, invece, sono stati posti: Giuseppe Cardella, 31 anni, figlio di Pasquale; Claudio Cardella, 37 anni, nipote di Pasquale; Gianluca Vedda, 37 anni; tutti di Licata. Questi ultimi tre sono stati posti ai domiciliari perché viene contestata l’intestazione fittizia di beni per conto dei primi tre.

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Sequestrate anche due aziende di movimento terra e di commercializzazione di calcestruzzo. Secondo l’accusa gli indagati imponevano i loro mezzi e il materiale alle imprese locali, a chiunque si fosse aggiudicato la gara d’appalto. Mezzi e materiale che, spesso, venivano forniti in quantità superiore rispetto a quello che effettivamente serviva.

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13 Dicembre 2012, 09:31

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