12 Febbraio 2022, 17:48
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CATANIA – Salvatore Mazzaglia avrebbe dovuto occupare addirittura un posto di vertice nella cupola di Cosa nostra. Nelle carte dell’inchiesta Overtrade un pentito racconta di una sorta di linea di successione deciso in base agli arresti e alle scarcerazioni. Il boss di Mascalucia e Nicolosi – genero del malpassotu Pietro Puglisi – appena ha messo il piede fuori dalla cella è entrato nel mirino dei carabinieri. E così attorno alla sua figura si è consumata un’indagine che ha portato a scoprire le radici di un’organizzazione criminali con contatti e ramificazioni anche fuori dalla cittadina etnea. E con una rete che gli permetteva anche di dialogare con ‘figli e nipoti’ d’arte di uomini d’onore di Cosa nostra. Mazzaglia e la sua rete criminale avrebbe fatto affari soprattutto nell’ambito della droga. Nino U Calcagnu è stato condannato in primo grado dal gup. Ora sta affrontando – assieme a diversi imputai – il processo d’appello. Nell’ultima udienza, il Pg Angelo Busacca ha completato la requisitoria chiedendo la conferma della condanna di primo grado di Pietro Modaffari (4 anni e 10 mesi). Ora, quindi, dalla prossima udienza toccherà alle difese discutere. Ma c’è stato un fuori programma, gli avvocati che assistono Mazzaglia hanno depositato un memoriale preparato dall’imputato. Una mezza confessione: il boss ha ammesso sostanzialmente alcuni addebiti ma negato l’esistenza di un’associazione a delinquere. La pg Iole Boscarino, che si è occupata di analizzare la posizione processuale di Mazzaglia, si è riservata di esaminare la lettera.
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12 Febbraio 2022, 17:48