La mafia e gli affari del gas | Chiesto il controllo di due società

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29 Aprile 2015, 06:11

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PALERMO – La Procura di Palermo chiede il “controllo giudiziario” della Gas Natural Distribuzione Italia Spa (già Nettis Impianti Spa.), con sede legale ad Acquaviva delle Fonti (Bari), e della Gas Natural Vendita Italia Spa, con sede a San Donato (Milano).

Entrambe sono in amministrazione giudiziaria dal maggio scorso. Al termine delle indagini il pubblico ministero Dario Scaletta ha chiesto alla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di applicare una rigida forma di controllo esterno sulle due società del gas per interrompere il presunto legame con imprenditori in odore di mafia. I finanzieri palermitani che indagavano su Massimo Ciancimino e sui fratelli Vincenzo, Gaetano e Salvatore Vito Cavallotti (la misura di prevenzione nei loro confronti proseguì nonostante gli imprenditori di Belmonte Mezzagno fossero stati assolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa) finirono per mettere gli occhi su alcuni importanti gruppi industriali “il cui management, almeno in parte – si leggeva nel provvedimento del Tribunale, presieduto da Silvana Saguto – ha intrattenuto rapporti con i soggetti sottoposti a procedimento penale e alla misura di prevenzione personale e patrimoniale”. In particolare, si tratta del Gruppo “Gas Natural Italia”.

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Il controllo giudiziario, qualora venisse accolto, prevede che tutti gli acquisti, i pagamenti e le procedute finanziarie per operazioni non inferiori a 25 mila euro debbano essere comunicate all’autorità giudiziaria. In questa maniera, secondo il pm, si eviterebbero i contatti “scomodi” che hanno fatto scattare il sequestro. Come dire, il managment di Gas Natural potrebbe tornare ad avere le redini dell’azienda, ma sotto un monitoraggio costante per prossimi tre anni.

Nella stessa situazione, e cioè in amministrazione giudiziaria, c’è anche Italgas, la società controllata dalla Snam e leader del settore della distribuzione del metano in Italia. La discussione davanti alla sezione Misure di prevenzione è prevista per il prossimo 11 maggio. Nel luglio scorso, seguendo le tracce del tesoro di don Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo, i pubblici ministeri e gli uomini del Nucleo di polizia tributaria arrivarono arrivati dentro Italgas, i cui dirigenti avrebbero continuato a fare affari con aziende riconducibili ai Cavallotti nonostante fossero al corrente dei guai giudiziari degli imprenditori siciliani. I Cavallotti sono stati assolti dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, ma ritenuti “socialmente pericolosi”.

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29 Aprile 2015, 06:11

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