Mafia, il dolore dei figli che non smettono di amare

Mafia, il dolore dei figli che non smettono di amare

Matteo Messina Denaro, le parole di Cracolici e un problema difficile.

Quanto deve essere difficile, forse doloroso, amare un padre, in certe condizioni, specialmente nell’alchimia delle anime sensibili. Sai di essere figlio di un uomo che ha seminato il male, che ha provocato sofferenza, che si è posto alla sommità della cattiveria. Ma è sempre tuo padre, con tutto quello che il discorso affettivo comporta.

Antonello Cracolici, presidente dell’Antimafia regionale, a Castelvetrano, è tornato a parlare di un tema molto complesso. Riprendiamo la nostra cronaca punteggiata dal resoconto dell’Ansa: “‘Mi auguro che la figlia Lorenza si renda consapevole che la strada vissuta dal padre è una via senza uscita”, ha detto Cracolici. La figlia del boss Matteo Messina Denaro, Lorenza Alagna, che abita nella cittadina trapanese, qualche giorno fa, attraverso l’avvocato Francesco Lo Sciuto, ha diffuso una nota nella quale affermava di “non rinnegare il padre”, ribadendo, altresì, che “la sfera del rapporto padre-figlia è intangibile ed insindacabile, e, come tale, deve rimanere rigorosamente riservata”. Il presidente Cracolici ha ribadito: “Non tocca a me giudicare i sentimenti tra figlia e padre, ma ritengo necessaria che la giovane si renda conto di cosa ha compiuto suo padre”’.

La questione, dunque, si pone, con evidenza pubblica, nell’incrocio tra sentimenti privatissimi, nonché, appunto, intangibili, e la storia di una comunità. E possiamo, comunque, avere riguardo dell’asperità di una situazione specifica, parlandone in generale. Mettiamo da parte Lorenza con la sua urgente e legittima richiesta di pace. Immaginiamo un altro contesto: il figlio di un gerarca nazista, massacratore ed empio, potrebbe rivendicare il diritto di amare suo padre? Eventualmente, cosa significherebbe rinnegarlo? Dove finiscono i sentimenti? Dove comincia la distanza dal male?

Chi ha una coscienza non superficiale di sentimenti umani risponderebbe che non si può chiedere a chi è nato di estirparsi dal cuore chi lo ha messo al mondo. Non si può, perciò, rinnegare un padre. Si può rinnegare il male. Si può non seguire il sentiero sbagliato, scrivere una pagina migliore che è già testimonianza cristallina di una scelta, di una difformità. Chiunque faccia questo ha, a maggior ragione, il diritto di continuare ad amare e di essere amato e compreso nei pesi quotidiani che sopporta. (Roberto Puglisi)


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