05 Maggio 2021, 14:17
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CATANIA – Un imprenditore simbolo della Sicilia per bene. Sono tantissimi i messaggi di vicinanza e solidarietà a Giuseppe Condorelli che si aggiungono ai tanti arrivati ieri e alle note di stima di sindacati, associazioni ed esponenti politici.
“Giuseppe Condorelli è una persona coerente con quello che ha fatto, è un esempio che aiuta”, che “va nella direzione da noi auspicata da tempo” e “spero che tanti facciano come lui”. Così il procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, all’ANSA, sull’imprenditore titolare dell’omonima azienda dolciaria che ha denunciato ai carabinieri un tentativo di estorsione mafiosa, come emerso dall’operazione ‘Sotto scacco’ di ieri, con 40 arresti eseguiti da militari dell’Arma, contro clan legati alla ‘famiglia’ Santapaola-Ercolano di Cosa nostra. “Senza la collaborazione delle vittime – sottolinea il magistrato che ha coordinato l’inchiesta della Dda – abbiamo dei limiti oggettivi nell’indagare e non si riesce a scardinare il fenomeno. Quello di Condorelli è un esempio da seguire” “Se sono ottimista? Lo devo essere per professione – osserva il procuratore Zuccaro – ci sono luci ed ombre. Il futuro dipende dalla cultura e dalla conoscenza di ciascuno di noi, e sotto questo punto di vista siamo ancora indietro. Esempi del genere aiutano, ma la differenza la fa la cultura”.
Anche l’imprenditore prende la parola, ringraziando il Parlamento per l’attenzione. “Sono felice che il mio gesto abbia suscitato tanta attenzione non solo nella coscienza civica , ma anche in Parlamento”. ha detto sulla solidarietà ricevuta in Aula dal Pd ed espressa anche dal ministro Mara Carfagna.
Renato Schifani interviene a sostegno di Condorelli. “Il coraggio di Giuseppe Condorelli è il simbolo di un’impresa che non si arrende, combatte per la legalità e ha fiducia nelle istituzioni. Gli arresti conseguenti alle indagini sono il segno che questa fiducia è ben riposta” – ha dichiarato il senatore di Forza Italia. “Compito del legislatore è sostenere chi ha la forza di denunciare e dotare la giustizia di tutti gli strumenti necessari a farlo. Obiettivo che il Presidente Berlusconi, e Forza Italia con lui, ha sempre perseguito. Già quando ero capogruppo al Senato e, poi, durante la mia presidenza del Senato, venne stabilizzato il carcere duro e furono inasprite le misure sui sequestri alla mafia, con la previsione della confisca dei beni leciti dei mafiosi in sostituzione di quelli illeciti già venduti a terzi in buona fede e, dunque, non aggredibili. E ancora con il sequestro dei beni anche nei confronti degli eredi del mafioso, qualora quest’ultimo dovesse venire a mancare durante il processo. Un corpus di norme che ha consentito di imprimere colpi sempre più efficaci alla criminaltà organizzata”, conclude.
“La determinazione e la coscienza civile dimostrate dal cavaliere Giuseppe Condorelli sono un’ulteriore eccellenza siciliana, un altro esempio di come, con volontà e coraggio, le cose possano davvero cambiare in quest’Isola. Il governo regionale è al suo fianco e accanto a tutti gli imprenditori nel combattere l’odioso fenomeno delle estorsioni». Lo afferma il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in riferimento alla decisione dell’imprenditore etneo di denunciare l’intimidazione subita, da cui ha preso il via l’inchiesta conclusa con l’arresto di decine di esponenti dei clan mafiosi del Catanese. «Non piegarsi agli estorsori – aggiunge Musumeci – è l’unica via per sottrarre la nostra economia al giogo mafioso e dare un futuro ai nostri giovani. Come il cavaliere Condorelli, sono tanti quelli che si ribellano al racket, confidando nella presenza dello Stato, delle istituzioni e delle forze dell’ordine che, oggi più che mai, offrono un aiuto concreto a chi dice no al “pizzo”. È questa la strada da seguire per dimostrare che la nostra Sicilia non è irredimibile e che le mafie, piccole e grandi, non riusciranno a prevaricare i diritti dei siciliani onesti”
Interviene anche l’Anci Sicilia. “La denuncia di Giuseppe Condorelli contro i propri estorsori e’ un atto coraggioso, segno di grande speranza per l’economia dell’Isola. Un esempio da seguire perche’ denunciare il pizzo e’ strada fondamentale per liberarsi dall’oppressione mafiosa”. Questo il commento del presidente Leoluca Orlando, che aggiunge: “Ringrazio le forze dell’ordine per il loro costante impegno a tutela della legalita’ che ha condotto all’importante operazione ‘Sotto Scacco’ con la quale e’ stata decimata la cosca di Belpasso”. “Vogliamo esprimere oltre che la solidarietà, la nostra stima e gratitudine all’imprenditore Giuseppe Condorelli, che con coraggio e tenacia si è ribellato al sistema malavitoso del racket delle estorsioni che continua a mortificare le nostre comunità, lanciando a noi tutti il meraviglioso messaggio di speranza che in Sicilia non si arretra sull’onestà. Un messaggio di incoraggiamento che oggi più che mai ciascuno di noi deve raccogliere e fare la propria parte perché amare la propria terra, creare opportunità e lottare per cambiare le cose, sono le attitudini dei grandi imprenditori”. Lo dichiara il presidente Claudio Miceli, a nome della Giunta, del direttivo e tutti gli associati della Confesercenti Area metropolitana.
“Una sola parola, orgoglio”. Esordisce così il sindaco di Belpasso, DanieleMotta, in riferimento alla denuncia contro il pizzo dell’imprenditore dell’industriadolciaria, Giuseppe Condorelli. Denuncia che ha contributo ai 40 arresti della scorsanotte, nell’ambito dell’operazione “Sotto scacco” e che ha portato alladisarticolazione del clan malavitoso Santapaola-Ercolano.“Un esempio, quello di Giuseppe Condorelli – ha dichiarato il sindaco – che deveservire da monito per altre aziende, denunciare è l’unica soluzione per vincere econtinuare a lavorare. Tuttavia dopo gli anni 80-90, anni bui a Belpasso in cui laMafia teneva sotto scacco l’imprenditoria locale, il vento è cambiato, ma nonabbastanza. Le aziende devono e possono ribellarsi in massa per annientare questarete intimidatoria creata dalla malavita.“Il nostro Comune – ha continuato il sindaco – ha sempre perseguito la via dellalegalità, tra le altre cose ci siamo sempre costituiti parte civile nei processi perMafia. Così, l’esempio di Condorelli infonde in noi tutti rinnovato coraggio, forza perscegliere sempre e comunque la strada giusta”.
“Giuseppe Condorelli è un esempio da seguire da parte degli imprenditori che incappano nelle richieste estorsive. Come Condorelli, e tanti altri prima di lui, il tessuto imprenditoriale deve fare muro per non sottomettersi al ricatto malavitoso”. Lo scrive in una nota il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè. “Affinché nasca una nuova cultura della legalità e contro la sopraffazione che annienta le imprese, bisogna seguire questo gesto di fiducia nelle istituzioni da parte degli imprenditori che denunciano ai quali esprimo la mia solidarietà”, aggiunge.
Il blitz dei carabinieri dei giorni scorsi che ha colpito le famiglie mafiose di Belpasso e Paternó, ha svelato un pesante intreccio illegale fatto di falsi braccianti agricoli, estorsioni e summit durante i permessi dal carcere.
La Cgil e la Flai Cgil di Catania si congratulano con le forze dell’Ordine e con la magistratura poiché iniziative di questo tipo, oltre a smontare altri pezzi della criminalità organizzata presente sul territorio, fanno luce sugli appetiti illegali che coinvolgono anche il mondo agricolo. I sindacati inoltre esprimono forte solidarietà e stima all’imprenditore Giuseppe Condorelli che con coraggio e grande valore civico, non si è piegato al pizzo, facendo una grande scelta di libertà.
Spiegano il segretario generale della Camera del Lavoro di Catania, Giacomo Rota e il segretario generale della Catania, Pino Mandrà: “La truffa a danno dell’Inps, al fine di fare ottenere indebitamente l’indennità di disoccupazione agricola a falsi braccianti agricoli compiacenti, non colpisce solo gli interessi pubblici ma anche quelli di un mondo, quello dell’agricoltura, dove i braccianti agricoli veri sono ancora in lotta per essere inquadrati correttamente senza cadere nella trappola dello sfruttamento e del lavoro nero. La truffa colpisce parimenti anche i datori di lavoro onesti che devono fare i conti con la crisi della produzione e con la difficoltà di pagare puntualmente e secondo la legge i lavoratori. Il sindacato è grato a chi è impegnato giornalmente a smascherare questo tipo di illecito”.
“Grazie alle denunce di Condorelli e al lavoro continuo di magistrati e forze dell’ordine, da quelle parti, oggi si respira una nuova aria”. Lo scrive su Facebook il capogruppo di Italia viva al Senato, Davide Faraone in un lungo post a cui aggiunge una foto di lui insieme a Giuseppe Condorelli. “Questa foto la conservo gelosamente perché sono orgoglioso di conoscerti e fiero della Sicilia che rappresenti e che esporti in tutto il mondo”, aggiunge e parlando degli esponenti di Cosa nostra in Sicilia, ricorda: “Nomi che incutono paura, pretendono rispetto, ma meritano solo disgusto, proprio come i parassiti. Parassiti, perché si nutrono del sudore altrui per alimentare i propri disegni criminali. Spesso gli va bene, la paura di denunciare è tanta, altre volte, come in questo caso, sbattono il muso contro un muro di dignità. Il cavaliere Condorelli, ceo dell’omonima azienda storica produttrice di dolciumi, riceve i soliti inviti cordiali a ‘mettersi in regola’, che poi si trasformano in minacce e infine diventano atti violenti. Come nel 2019, quando a Giuseppe viene recapitato un pacco con un biglietto, la scritta ‘Mettiti a posto o (sic) ti facciamo saltare in aria, cercati un amico’ insieme a una bottiglia incendiaria. Quello che i mafiosi non sapevano è che Condorelli aveva già denunciato i tentativi di estorsione ai suoi danni da molto tempo”.
“Stamani ho voluto personalmente ringraziare Giuseppe Condorelli.
La denuncia dei fenomeni estorsivi è sempre atto di coraggio.
Un’esempio ancora più prezioso in tempi in cui la pandemia rischia di facilitare la penetrazione mafiosa nel tessuto imprenditoriale ed economico della Sicilia”. Così il presidente della commissione antimafia dell’ars Claudio Fava.
“La scelta della Condorelli sia da esempio per cacciare le mafie dalle imprese italiane e, nello specifico, dall’agroalimentare siciliano e da tutti i territori”. Maurizio Attanasio, segretario generale della Cisl di Catania, e Alfio Turrisi, segretario generale della Fai Cisl etnea, si associano alle parole di Onofrio Rota, segretario generale della Fai Cisl nazionale, commentando la vicenda della nota industria dolciaria di Belpasso, alle pendici dell’Etna, che non ha ceduto ai tentativi di estorsione e li ha denunciati.
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05 Maggio 2021, 14:17