Cronaca

Mafia, il rito di Ciaculli: bacio in bocca al boss

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23 Luglio 2021, 18:15

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PALERMO – Un bacio, si sa, è il simbolo assoluto dell’amore, della confidenza reciproca e della congiunzione fisica, carnale, tra due persone. Quando a baciarsi sono due mafiosi, però, la sostanza cambia: quello non è certo un “apostrofo rosa”. Michael Corleone, nella saga de “Il Padrino”, bacia in bocca il fratello traditore per comunicargli la sua condanna a morte. Da allora la storia della mafia ha raccontato di decine di mafiosi ripresi a compiere quel rito, uno dei simboli dell’ortodossia mafiosa, tra i più duri a morire: dati per ricucire un’alleanza, per affermare una comunione d’intenti o anche solo come forma di saluto cordiale tra appartenenti a Cosa Nostra.

Il rito si ripete ancora oggi. 9 febbraio 2020 in via Giafar

Ancora oggi, emerge dai fermi dell’operazione antimafia Stirpe-Tentacoli, con cui la polizia e i carabinieri hanno decapitato pochi giorni fa i vertici del mandamento di Ciaculli e delle cosche di Brancaccio e Roccella, la tradizione si ripete. Erano le 11,16 del 9 febbraio del 2020 quando le videocamere degli investigatori hanno ripreso in via Emiro Giafar, a Palermo, il bacio in bocca tra Girolamo Celesia detto Jimmy, ritenuto appartenente alla cosca di Brancaccio, e Pietro Tagliavia, un altro esponente mafioso a vertice del mandamento che era stato scarcerato per un problema di decorrenza dei termini ed era appena rientrato a Palermo dalla Sardegna, dove era stato detenuto.

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Chi è Jimmy Celesia, uno dei gestori delle pubbliche relazioni del mandamneto di Ciaculli

Jimmy Celesia, 52 anni, coinvolto nell’inchiesta della Dda, si sarebbe occupato di mantenere, nel nome del clan, contatti riservati con lo stesso Tagliavia e con altri personaggi in odor di mafia. Questo, per gli investigatori, dimostrerebbe l’importanza del suo ruolo all’interno dell’organizzazione.

Anche quel bacio, insomma, è uno degli elementi in mano agli inquirenti. Celesia è indagato perchè avrebbe diretto le estorsioni sul territorio di sua influenza, coordinando altri appartenenti al clan. Avrebbe gestito il traffico di droga e coadiuvato nella gestione del clan Giuseppe Greco, il nipote di Don Michele detto il Papa, colui che è ritenuto il nuovo capo del mandamento di Ciaculli. Sarebbe stato il punto di riferimento per i rapporti con gli altri mandamenti, fungendo da punto di riferimento, per la famiglia di Brancaccio, anche nella gestione delle scommesse on line clandestine.

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23 Luglio 2021, 18:15

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