16 Aprile 2013, 18:07
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PALERMO- Si dice “contenta dell’esito dell’inchiesta di Caltanissetta che ha scoperto altri responsabili dell’organizzazione mafiosa”, ma allo stesso tempo non nasconde una punta di amarezza per i tasselli ancora mancanti e per una verità che comporta “uno stillicidio continuo ai familiari”. Così Maria Falcone, sorella del magistrato ucciso nella strage di Capaci, commenta gli otto nuovi ordini di custodia cautelare nei confronti dei presunti esecutori dell’attentato. Tra i destinatari anche il capomafia Salvo Madonia, già detenuto al carcere duro.
A 21 anni di distanza dalla strage di Capaci nella quale furono uccisi il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e i tre agenti di scorta Vito Schifani, Rocco Di Cillo e Antonio Montinaro, è stato dato dunque un nome al commando che preparò gli oltre 400 chili di esplosivo per l’attentato. Tritolo utilizzato poi anche per gli attentati di Roma, Firenze e Milano. “Il procuratore Sergio Lari ha detto che il tritolo non poteva provenire soltanto dalle cave – osserva Maria Falcone – e adesso il pentito Gaspare Spatuzza ci dice che proveniva da residuati bellici prelevati in mare, rivelando anche il ruolo del mandamento mafioso di Brancaccio. E’ un altro pezzo dell’organizzazione che viene scoperto, è il segno che le indagini vanno avanti, e questo è sempre importante”. “Per il resto – aggiunge con una punta di amarezza la sorella del giudice ucciso – il procuratore Lari esclude il coinvolgimento nell’attentato di soggetti esterni a Cosa nostra. Ma la mia speranza è proprio quella, trovare, se ci sono, i mandanti esterni”.
La sorella di Falcone ricorda poi che altri magistrati hanno adombrato una “convergenza di interessi, non ce lo siamo detto noi – sottolinea – ma forse questo lo può sapere solo Totò Riina: ci auguriamo che prima di morire ce lo dica”. Tra poco più di un mese migliaia di ragazzi da tutta Italia arriveranno a Palermo il 23 maggio per ricordare le vittime della strage di Capaci e in prossimità di quella ricorrenza quello che si augura Maria Falcone “é che ci sia presto la parola fine alle indagini. Ma questo stillicidio continuo, il dire che ci possono essere altri risvolti è quello che distrugge più di ogni cosa noi familiari delle vittime di mafia”.
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16 Aprile 2013, 18:07