Sotto processo per mafia | "Era giardiniere nelle ville dei ricchi" - Live Sicilia

Sotto processo per mafia | “Era giardiniere nelle ville dei ricchi”

L'esterno del Palazzo di giustizia di Palermo

Filippo Lo Piccolo, dopo avere finito di scontare una pena, si sarebbe guadagnato da vivere facendo il giardiniere in alcune ville di via Tommaso Natale, a Palermo. I proprietari in aula raccontano la storia del giardiniere accusato di associazione mafiosa.

CLAN DI SAN LORENZO
di
2 min di lettura

PALERMO – Altro che mafioso. Filippo Lo Piccolo si sarebbe guadagnato da vivere facendo il giardiniere in alcune belle ville di via Tommaso Natale. A raccontarlo sono stati i proprietari chiamati a testimoniare dal difensore dell’imputato, l’avvocato Mimmo La Blasca. L’obiettivo è dimostrare che dopo il peccato di giovinezza, che gli era costato il carcere, Lo Piccolo, classe ’74, si sarebbe messo la testa a posto.

Nel 2001 a 27 anni era entrato in cella per scontare una condanna definitiva per associazione mafiosa. Tornato in libertà nel 2006 avrebbe iniziato a lavorare come giardiniere. “Lasciava il biglietto e noi lo richiamavamo”, hanno riferito i testimoni. Per ogni villa guadagnava dai 300 a i 500 euro al mese. In più Lo Piccolo riforniva di legna alcune delle più note pizzerie della città.

Eppure il suo nome compariva nei pizzini sequestrati al capomafia di San Lorenzo, Salvatore Lo Piccolo (i due non sono parenti ndr). Il barone di San Lorenzo annotava i soldi che avrebbe elargito al giardiniere durante la sua detenzione. Il sostegno economico  sarebbe continuato, secondo il pubblico ministero Amelia Luise, anche dopo il 2006. In una lettera trovata nel covo di Giardinello, dove finì la latitanza del capomafia, si leggeva: “… scrivi presto perché devo dare risposta allo zio G. Fra qualche giorno ti saprò dire a che punto è la situazione di G. DAGOST. a presto un bacione grandissimo per te e papà ti volevo informare che da alcuni giorni Filippo il nipote di TAT. è uscito gli ho detto di non muoversi perché e guardato a vista e oltre tutto sai che è un testa calda spero che mi senta, vi manda tanti saluti ti raccomando dammi subito notizie mi mancate tantissimo”.

Qualcuno, dunque, si era sentito in dovere di riferite al capomafia che Filippo Lo Piccolo era tornato in libertà. E così l’imputato, nel dicembre 2010, fu inserito nell’elenco delle sessantadue persone arrestate nell’operazione denominata Addiopizzo 5.


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