23 Maggio 2022, 07:03
1 min di lettura
CATANIA – Giovanni Rapisarda è un killer del clan Santapaola-Ercolano. L’ergastolano, al centro dell’operazione anti-estorsione di oggi dei carabinieri, è in carcere da diversi anni. È stato condannato all’ergastolo per uno degli omicidi che nel 1993 destò più allarme e clamore nell’opinione pubblica. E non solo catanese. In mezzo ai tanti morti ammazzati di quel periodo, se ne contavano quasi cento all’anno sull’asfalto, ci fu quello dell’imprenditore dell’abbigliamento Giuseppe Scaringi. Il noto commerciante catanese stava percorrendo il viale Marco Polo quando a a bordo della sua Mercedes gli scaricarono addosso 13 colpi di pistola calibro 9×21. Il delitto scosse non solo la provincia etnea ma anche quella iblea, precisamente a Modica dove Scaringi aveva aperto alcuni dei suoi tanti punti vendita. Oltre un decennio dopo si è arrivati a identificare il killer. Grazie ai collaboratori di giustizia si è potuto rimettere mano agli elementi investigativi arrivando alla mano assassina che sparò quel maledetto 23 novembre 1993.
Nel 2006 è scattato il blitz San Berillo Nuovo e i poliziotti hanno arrestato Giovanni Rapisarda – nella foto in home uno screenshot del tg di Telecolor dell’epoca che filmava la sua cattura – proprio per l’omicidio Scaringi. Il processo si è concluso con la condanna all’ergastolo. Dalle carte giudiziarie dell’epoca e dalle fonti aperte è stato scoperto che l’imprenditore di abbigliamento è una delle vittime della cruenta guerra tra i Santapaola-Ercolano e i Cappello. Scaringi sarebbe stato ritenuto dalla famiglia catanese di Cosa nostra troppo “vicino” ai rivali. L’ordine di ucciderlo sarebbe stato preso dai vertici del clan e Rapisarda sarebbe stato addirittura scelto per la “capacità di assassino”. Un omicidio che lo ha portato in carcere. Trasformandolo da killer a estortore.
Pubblicato il
23 Maggio 2022, 07:03