11 Marzo 2018, 18:52
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PALERMO – “Oggi è il 24 gennaio 2018, sono le 16:30, ci troviamo in struttura che si omette di indicare per ragioni di sicurezza del dichiarante. Questo è un atto della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo”. Davanti ai pubblici ministeri è seduto Sergio Macaluso. Uno, due, tre, quattro verbali a poco di distanza l’uno dall’altro. Un lavoro serrato. In 180 giorni il neo collaboratore di giustizia dovrà raccontare tutta la verità nient’altro che la verità. Ha vissuto con il mito della mafia e di suo padre, Francesco Lo Iacono. Per anni ha portato solo il cognome della madre, poi ha scoperto la sua vera identità.
Voleva essere un boss, Macaluso. Alla fine ce l’ha fatta. Ora si è pentito e svela nei verbali i segreti di Cosa nostra. Il mensile ‘S’ ve li svela con la raffica di nomi (oltre duecento) e retroscena che contengono. Una miniera di informazioni. Un viaggio nella recentissima Cosa nostra che riguarda quattro mandamenti: Resuttana (di cui Macaluso è stato per un periodo reggente), San Lorenzo, Porta Nuova e Pagliarelli. I boss si muovono parecchio. È una mafia fluida con continui scambi di informazioni fra famiglie. Nei verbali ci sono identità svelate e altre da svelare, personaggi di cui Macaluso indica solo i soprannomi, mafiosi, imprenditori e professionisti in combutta con i clan. I racconti di Macaluso faranno molto male a Cosa nostra.
Gli inizi e il mito del padre
“Ho fatto parte dell’organizzazione criminale Cosa Nostra così come mio padre Francesco Lo Iacono, uomo d’onore della famiglia mafiosa di Partinico, arrestato nel ’93 con altre persone di Partinico, nella qualità di reggente in assenza di Nenè Geraci. Mio padre è stato arrestato e condannato nella qualità di reggente e per alcuni omicidi”. Il racconto di Macaluso parte da lontano, da un segreto: “Mio padre era sposato ed aveva una sua famiglia legittima, ragione per cui a me non era consentito di andare a fare colloqui in carcere e mia madre non mi parlava volentieri di lui. Nel 1993 ho conosciuto mio fratello naturale Maurizio Lo Iacono (deceduto), all’epoca latitante, che tramite nostro fratello Nino mi fece rintracciare per parlarmi. Così andai all’appuntamento con Maurizio Lo Iacono che mi disse di aver capito che eravamo fratelli, ma raccomandò di non diffondere la notizia per cautela nei confronti della mamma e degli altri fratelli. Io mi sono avvicinato a Maurizio e ne ho curato la latitanza per un anno a casa mia a Via Platone 33 (Sferracavallo) dove lo stesso ha conosciuto Giulio Caporrimo e Calogero Lo Piccolo”.
Il primo è stato il reggente del mandamento di San Lorenzo fino a pochi mesi fa, quando è tornato in carcere per scontare un residuo di pena. È rimasto libero per un paio di anni. Cosa abbia fatto è uno dei misteri che Macaluso potrebbe essere in grado svelare. Il secondo, Calogero Lo Piccolo, figlio del capomafia di San Lorenzo, Salvatore, e fratello di Sandro (entrambi ergastolani), è uno degli scarcerati eccellenti su cui si concentrano le attenzioni degli investigatori. Durante il periodo in cui Macaluso si avvicinò al fratello “Angelo il fioraio, della famiglia di Tommaso Natale (ma mai arrestato per tale partecipazione a Cosa Nostra che io sappia), mi chiese come mai stessi ospitando Maurizio Lo Iacono, senza, avere avvisato la famiglia del posto (visto che si trattava di un latitante figlio di un uomo d’onore) OMISSIS Io sono stato tossicodipendente ed in quel periodo consumavo cocaina, che mi veniva fornita da un soggetto di nome Pino di Marsala, sposato con una donna di Sferracavallo, il cui fratello portava cocaina da quella provincia. Pino di Marsala trafficava normalmente in erba e in un’occasione si rifornì di cocaina da Enzo Gallina, macellaio di Carini e mi chiese aiuto per il relativo spaccio di 100 grammi di cocaina”. È solo uno stralcio delle dichiarazioni di Macaluso che racconta una serie di episodi finora inediti che coinvolgono boss conosciuti e personaggi non noti alle cronache giudiziarie. Compreso alcuni professionisti con studio nel salotto buono della città che si sarebbero messi a disposizione dei mafiosi. Tutti i nomi in edicola sul mensile ‘S’.
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11 Marzo 2018, 18:52