17 Aprile 2024, 11:41
6 min di lettura
CATANIA – Scambio elettorale tra mafia e politica. Estorsione aggravata dal metodo mafioso. Corruzione aggravata per un atto contrario ai doveri d’ufficio, istigazione alla corruzione e turbata libertà degli incanti. Sono i reati di cui sono accusate le undici persone coinvolte nell’inchiesta “Pandora”, condotta dai Carabinieri nella mattina di mercoledì 17 aprile.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Catania dal febbraio 2018 al marzo 2021, si basa su intercettazioni telefoniche, ambientali e telematiche e su servizi di osservazione a distanza effettuati dai Carabinieri.
Come si legge in un comunicato della Procura, gli indizi raccolti riguardano i possibili reati commessi nell’ambito della gestione amministrativa del Comune di Tremestieri Etneo, in provincia di Catania. In particolare, i reati ipotizzati riguardano accordi stretti tra mafia e politica, ovvero tra alcuni amministratori comunali ed elementi vicini ad esponenti della cosca mafiosa Santapaola-Ercolano.
Gli elementi emersi nelle indagini sono stati riscontrati, scrive ancora la Procura, dalle dichiarazioni accusatorie rese da alcuni collaboratori di giustizia già affiliati ai Santapaola, in particolare da Silvio Corra, già responsabile del gruppo Nizza, e da Salvatore Bonanno, che aveva già fornito dichiarazioni di rilievo in tempi precedenti all’esecuzione dell’operazione Pandora.
Dalle indagini dei Carabinieri del Nucleo investigativo del Comando provinciale sarebbe emerso che Pietro Alfio Cosentino, destinatario della custodia cautelare in carcere e referente del clan mafioso Santapaola-Ercolano nel territorio di Tremestieri Etneo, si sarebbe adoperato per garantire il rispetto di accordi elettorali per favorire l’elezione dell’attuale sindaco di Tremestieri Etneo Santi Rando.
Cosentino nelle indagini sarebbe emerso come uomo di fiducia del sindaco di Tremestieri, con cui, ipotizza la Procura, sarebbe stato “soggetto attivo nel reato di voto di scambio politico mafioso” nelle elezioni comunali del 2015. Il reato sarebbe stato commesso insieme ai pregiudicati Vito Romeo e Francesco Santapaola, tutti affiliati mafiosi ed esponenti di vertice della clan Santapaola.
Dopo la vittoria elettorale di Rando le operazioni giudiziarie Kronos e Carthago2 hanno certificato l’appartenenza a Cosa Nostra catanese di Francesco Santapaola e di Vito Romeo, coinvolgendo anche Alfio Romeo. A quel punto, per non rendere evidente un possibile legame tra mafia e politica, era possibile concretizzare le promesse elettorali solo con Cosentino, unica persona a non essere raggiunta da misure cautelari.
Nelle indagini è emerso dunque il malcontento del nucleo familiare di Romeo, escluso da qualsiasi vantaggio nonostante l’appoggio elettorale fornito e le promesse ricevute. Cosentino invece, dopo avere ottenuto la sistemazione lavorativa per i due figli Vincenza e Francesco, è stato escluso dalle liste elettorale per le elezioni amministrative del 2021, dato che era collegabile ai Santapaola.
In questo specifico contesto, scrive ancora la Procura, si sono acquisiti elementi che dimostrerebbero una degenerazione affaristica del governo locale del comune di Tremestieri Etneo, in cui Luca Sammartino, all’epoca dei fatti deputato regionale e attuale vicepresidente della Regione, risultava essere il principale referente politico del primo cittadino Santi Rando.
Gli investigatori hanno riscontrato la preoccupazione di Sammartino di mettersi al riparo da attività di indagine in atto nei suoi confronti, escludendo dalle liste i soggetti in odore di criminalità organizzata. Sammartino inoltre si sarebbe adoperato per bonificare i locali della sua segreteria politica avvalendosi di personale dell’Arma dei Carabinieri in servizio ed in quiescenza, cercando inoltre di acquisire informazioni riservate circa l’eventuale pendenza a suo carico di procedimenti penali.
Le attività investigative hanno esplorato le dinamiche interne al comune di Tremestieri Etneo, in cui è emersa la pianificazione di numerose presunte corruttele che avrebbero visto nel sindaco Rando e in Giovanni Naccarato, Dirigente della Direzione Lavori Pubblici e della Direzione Pianificazione del Territorio-Urbanistica, i funzionari corrotti.
Coinvolti anche per le stesse indagini anche Cosentino e Puccio Monaco, Architetto e all’epoca dei fatti consulente del Sindaco a titolo gratuito. I pubblici ufficiali e funzionari avrebbero ricevuto denaro e altre varie utilità quasi sempre grazie all’attività di intermediazione dell’ingegnere Paolo Di Loreto, per concedere permessi e assegnare lavori agli imprenditori amici.
Tra i destinatari della misura cautelare, infatti, figurano anche quattro imprenditori, di cui uno già deceduto per cause naturali, emersi nell’ambito di altrettante vicende corruttive, in relazione alle quali avrebbero beneficiato, in cambio di denaro e altre utilità elargite illecitamente ai pubblici ufficiali, di diversi vantaggi.
I benefici per gli imprenditori indagati andavano dalla concessione di permessi comunali come autorizzazioni a costruire e cambi di destinazioni d’uso, ad assegnazioni di lavori pubblici come ristrutturazioni e manutenzioni di edifici pubblici, anche solo promesse, come nel caso dell’appalto relativo alla ristrutturazione della caserma dei Carabinieri, poi mai verificatosi.
Sono stati acquisiti elementi, scrive ancora la Procura, che sembrerebbero delineare una strategia dei vertici del comune di Tremestieri Etneo tesa a neutralizzare ogni forma di opposizione politica, arrivando a favorire lo storico consigliere d’opposizione Mario Ronsisvalle, poi transitato, anche grazie all’intervento di Sammartino, proprio tra i sostenitori di Rando per le elezioni amministrative dell’anno 2021.
Ronsisvalle, titolare di una farmacia a Tremestieri, sarebbe stato favorito facendo ridurre il numero delle farmacie presenti nella pianta organica comunale, ottenendo in cambio la promessa di sostegno elettorale in vista delle elezioni europee del 2019 per il candidato sostenuto da Sammartino.
Nell’ambito della stessa operazione Pandora il Gip ha riservato la propria decisione nei confronti di un militare dell’Arma in servizio attivo, che dietro pagamento da parte di Luca Sammartino avrebbe eseguito le attività di bonifica tecnica alla ricerca di microspie nei suoi uffici.
Il militare dunque sarà sottoposto a interrogatorio, in seguito al quale il Gip valuterà l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio di un pubblico ufficio o servizio, come richiesto dalla Procura della Repubblica.Tutte le ipotesi accusatorie, allo stato condivise dal Gip, dovranno trovare conferma quando verrà instaurato il contraddittorio tra le parti, come previsto dalla legge.
Custodia cautelare in carcere:
– Pietro Alfio Cosentino detto “Piero”, nato a Trecastagni il 16.8.1962;
– Santi Rando, nato a Catania il 3.11.1975;
Arresti domiciliari:
Sospensione – per la durata di un anno – dai pubblici uffici ricoperti e da tutte le attività inerenti:
– Luca Rosario Luigi Sammartino, nato a Catania il 21.2.1985;
– Michele Platania, nato a Catania il 25.6.1968.
Divieto – per la durata di un anno – di esercitare le rispettive attività di impresa e di ricoprire uffici direttivi di persone giuridiche:
– Domenico Cucinotta, nato a Catania il 22.9.1960;
– Giuseppe Ferlito, nato a Catania il 27.3.1960;
– Mario Stanganelli, nato a Palagonia il 9.1.1966.
Pubblicato il
17 Aprile 2024, 11:41
vai a questa pagina