22 Maggio 2015, 11:33
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PALERMO – Il residence a cinque stelle costruito con i soldi della mafia diventa patrimonio dello Stato. Su ordine della Sezione misure di prevenzione del Tribunale di Trapani e al termine delle indagini del Gico del Nucleo di Polizia tributaria di Palermo è stato confiscato il patrimonio da 46 milioni di euro all’imprenditore trapanese Antonino Palmeri, 66 anni, condannato nel 2001 per associazione mafiosa e danneggiamento aggravato. Faceva parte della cosca di Alcamo-Castellammare.
E a Castellammare, frazione di Scopello, si trova il complesso turistico Grotticelli. Un’oasi immersa nel verde composta da 12 villette, spazi comuni e piscina che prosegue regolarmente l’attività in amministrazione controllata. Con una differenza sostanziale: prima in soldi finivano in tasca all’imprenditore e ai suoi familiari mentre oggi vanno allo Stato.
Le indagini dalle fiamme gialle hanno evidenziato che ”mediante cessioni di rami d’azienda e diversi cambi di gestione delle attività commerciali, i figli dell’imprenditore, pur in presenza di limitate capacità reddituali autonome, avevano negli anni realizzato diversi investimenti, finalizzati anche alla costruzione del complesso turistico sequestrato”. Secondo la guardia di finanza, Palmeri continuava ad essere di fatto il dominus delle aziende”.
Parallelamente alla confisca, è stato eseguito, sempre nei confronti di Palmeri, un sequestro di terreni che valgono 750.000 euro, adiacenti al complesso turistico. Nel corso delle prime indagini, infatti, i terreni erano stati esclusi dal provvedimento perché considerati frutto di un’eredità. Oggi, invece, gli uomini agli ordini del colonnello Francesco Mazzotta, ritengono che facciano parte del pacchetto di investimenti sospetti eseguiti negli anni da Palmeri.
Confiscata anche la società “Produzioni del Golfo srl” che gestisce un ingrosso di dolci in via Firenze, ma anche il noto bar Le Capannelle” in contrada Gemma d’oro (anch’essi continuano l’attività).
I 46 milioni frutto dei provvedimenti di oggi fanno aumentare il bilancio del lavoro della Guardia di finanza di Palermo. I numeri sono eloquenti: da gennaio gennaio 2014 a oggi sono state sequestrate 78 aziende, 392 immobili, 126 autoveicoli, quote societarie, titoli e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di 336 milioni di euro; a circa 90 milioni di euro ammonta, invece, il valore dei beni confiscati nello stesso periodo: 19 aziende, 114 immobili e 19 autoveicoli.
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22 Maggio 2015, 11:33