Mafia e riciclaggio: ombre su Forum | Indagati i Guttadauro e i Niceta

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19 Settembre 2017, 14:48

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PALERMO – Una mega inchiesta per riciclaggio aggravato dal metodo mafioso ruota attorno alla costruzione del Forum di Palermo. I finanzieri del Gico della Polizia tributaria di Palermo si sono presentati stamani nel centro commerciale di Brancaccio con un decreto di perquisizione. Stessa cosa nelle abitazioni del boss Giuseppe Guttadauro, dei fratelli Carlo e Filippo (cognato di Matteo Messina Denaro) e del figlio Francesco, ma anche degli imprenditori Massimo, Piero e Michelangelo Niceta. L’inchiesta è coordinata dai pubblici ministeri Francesca Mazzocco, Carlo Marzella e Pierangelo Padova.

Il Forum è sorto sui terreni della famiglia Guttadauro, ma l’ipotesi è che anche i lavori di costruzione del centro commerciale potrebbero essere stati realizzati da imprese legate al clan mafioso guidato negli anni passati da Giuseppe, ex chirurgo dell’ospedale Civico. Una volta costruito il centro, i Guttadauro avrebbero anche inciso nell’assegnazione degli spazi commerciali. In un caso avrebbero anche favorito i Niceta che al Forum avevano un punto vendita. Punto vendita ormai chiuso, come altri in città, dopo che agli imprenditori dell’abbigliamento la sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo ha sequestrato il patrimonio. Il processo è ancora in attesa di sentenza.

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Il centro commerciale è gestito da una società che non è coinvolta nelle indagini anche se i finanzieri hanno acquisito una serie di documenti per ricostruire i passaggi contabili. Nel fascicolo dell’inchiesta ci sono soprattutto le dichiarazioni di Angelo Niceta, cugino di Piero e Massimo e nipote di Michelangelo. Ecco i passaggi più importanti: “I miei cugini Piero e Massimo hanno sempre mantenuto i rapporti con la famiglia Guttadauro. Qualche anno fa discussero a lungo del centro commerciale a Brancaccio. E mio cugino Piero mi disse: ‘Oggi facciamo la festa ma anche business’. So che si discusse con i Guttadauro per l’apertura di un nuovo centro commerciale a Brancaccio. Vicino a un campo di bocce, si aprirono le planimetrie e mio cugino Massimo disse a Francesco Guttadauro: ‘Già vi siete presi 40 milioni di euro per la vendita dei terreni. Lui rispose che i soldi se li dovevano spartire in tanti e che erano già finiti”. E sempre Niceta aveva aggiunto che i Guttadauro “avevano incassato grazie a prestanome vari ben 40 milioni per la vendita dei terreni e decidevano loro chi doveva entrare. Uno spazio commerciale fu dato per l’apertura di un negozio Niceta. Quando vi furono poi i sequestri ricordo che l’affitto non fu rinnovato perché i prezzi, ovviamente, erano aumentati”.

Da alcuni giorni Angelo Niceta, le cui dichiarazioni sono sempre state definite “fantasiose” e “mosse da interessi personali” dalle persone da lui chiamate in causa, ha ottenuto lo status di testimone di giustizia con la protezione e il trasferimento in una località segreta. I parenti tirati in ballo da Angelo Niceta (a giudizio per bancarotta) lo hanno pure denunciato per diffamazione e calunnia. Sostengono che sia mosso da rancore personale dopo che il suo destino imprenditoriale si è diviso da quello di Mario Niceta, padre di Massimo e Piero.

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19 Settembre 2017, 14:48

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