15 Marzo 2024, 05:01
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CATANIA – Il pentito Salvatore Castorina svela i retroscena dei rapporti tra catanesi e gelesi, tra tensioni, fiumi di soldi e un traffico di droga consolidato nel tempo. Una collaborazione importante la sua, che ha contribuito alle indagini sfociate nel blitz Ianus della squadra mobile di Caltanissetta.
Facciamo un passo indietro di qualche mese. Relazioni pericolose, cosa nostra gelese importa la cocaina da tre famiglie catanesi, come ha documentato la squadra mobile: Cappello, Laudani e dal gruppo di Mario Strano a Monte Po. Ma da Gela arriva la marijuana a Catania, non a caso sono stati sequestrati diversi depositi in mano ai clan.
Il boss è Giuseppe Tasca, che aveva affidato la gestione del traffico di droga – ha documentato la Procura – al genero Giuseppe Pasqualino, detto Peppe Stampella, a sua volta legato a Salvatore Castorina e Luigi Scuderi, ovvero il genero del boss Mario Strano. Ma il potere su questo asse fatto di asfalto da macinare e soldi da contare si basa sulla gestione dei canali di approvviggionamento: è lì che scattano i guadagni facili e la certezza di poter garantire la droga da consegnare ai referenti delle varie famiglie mafiose. E quando si creano tensioni, per esempio ad Agrigento, tra Rocco Grillo, Massimiliano Astuti e quattro rumeni che avevano rubato una partita di droga, nei clan aumentano le frizioni.
Un furto in grado di alimentare le tensioni interne ai gruppi di Gela, causando una spaccatura: Giuseppe Domicoli rompe con Tasca e, insieme a Samuele Rinzivillo, inizia a creare un nuovo asse con i catanesi. Affari e questioni di sangue, perché in ballo c’è la parentela con Rosario Bonannno detto Saro Marascio, zio materno di Domicoli ed esponente del clan Laudani.
Domicoli e Rinzivillo spolverano i vecchi canali della droga come quello con Salvatore Castorina e spuntano nuovi esponenti del clan Santapaola, come – annotano gli investigatori – Filippo Scordino detto ‘Chicco’ e il fratello Giuliano. A benedire il nuovo patto è il rapporto tra Samuele Rinzivillo e Filippo Scordino: una conoscenza nata in carcere e pronta ad alimentare nuovi affari.
Salvatore Castorina, uno degli esponenti di punta del clan, un anno dopo l’arresto nell’operazione Camaleonte del 2020 inizia a collaborare con la procura Etnea.
“Noi del gruppo di Mario Strano rifornivamo di stupefacente tale Peppe che noi chiamavano Peppe dei polli in quanto titolare di una polleria denominata il Tenerissimo sita a Gela. Preciso che Peppe dei polli prima aveva anche un bar non lontano dalla polleria”. La cocaina veniva consegnata al re dei polli di Gela, il pentito Salvatore Castorina è un fiume in piena e fa nomi e cognomi: “Il mio gruppo iniziò a coltivare i contatti con tale Peppe tramite Giuseppe Bonanno, inteso “Pepe Marascio”, figlio di Rosario Bonanno, inteso ‘Saro Marascio’, in quanto sono parenti con Peppe dei polli: la madre di quest’ultimo è, infatti, la sorella di Saro”.
Secondo le rivelazioni del collaboratore, Giuseppe Bonanno comprava la cocaina dal gruppo di Castorina e propose un nuovo canale di vendita, passando da “Peppe dei polli”, per conquistare le piazze di Gela. Il pentito indica i nominativi dei parenti stretti del boss Strano: “Peppe dei polli iniziò a comprare cocaina dal mio gruppo prendendo accordi direttamente con Luigi Scuderi e Salvatore Culletta, rispettivamente genero e cognato di Mario Strano. Infatti Luigi Scuderi è sposato con Concetta Strano, figlia di Mario Strano, mentre Salvatore Culletta è sposato con Pina Russo, sorella di Anna Russo, moglie di Mario Strano. Io mi occupavo di gestire la consegna dello stupefacente e del recupero del denaro”.
Solo il canale di approvviggionamento di “Peppe dei polli” valeva 160 mila euro al mese. “Peppe – continua il collaboratore – era solito acquistare da noi 1-1,5 Kg a settimana di cocaina ed il prezzo di acquisto era pari a circa 40-42 mila euro al chilo. La consegna dello stupefacente avveniva tramite un soggetto di San Giovanni la Punta avente un età di circa 55/60 anni e che aveva in uso una autovettura Yaris grigia; io davo la droga a questo soggetto che si preoccupava di portarla a Gela”.
Il collaboratore entra nei particolari del traffico di droga e parla di un “accompagnatore”, un certo Castiglia, “la cui famiglia abita a Catania nella zona di San Cristoforo in via Concordia”.
Per il pagamento del prezzo sarebbe intervenuto “Rocco Grillo, quest’ultimo veniva infatti a Catania a portarmi il denaro contante a titolo di pagamento del prezzo delle forniture di cocaina. Grillo ricordo che per venire a Catania aveva in uso una vettura Mercedes di colore bianco o altre macchine prese a noleggio sempre a Catania”. Ma poi, venne il tempo della guerra.
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15 Marzo 2024, 05:01