Mafia, sangue e armi |Tutto sugli Arena di Librino

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16 Agosto 2016, 05:12

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CATANIA – Hanno deciso di unirsi al gruppo dei Nizza, ma conservano autonomia criminale grazie al forte potere di fuoco in loro possesso. Sono gli Arena di Librino a cui il Mensile S (CLICCA QUI) dedica un approfondito speciale, disponibile in tutte le edicole e online,  svelando i segreti degli investigatori e pubblicando i verbali dei pentiti. “Sono forti hanno anche a disposizione un gruppo di uomini, hanno armi e sebbene non siano uomini d’onore, sono forti anche se hanno deciso di fare alleanza con Andrea Nizza e unirsi al suo gruppo”, Capaci d’incutere terrore. Per anni a capo degli equilibri criminali della città di Catania: sono i fratelli Arena, gli alleati armati del clan Nizza dei Santapaola.

È il collaboratore di giustizia Salvatore Cristaudo a fornire ai giudici ulteriori elementi che hanno permesso di riannodare le fila dell’alleanza che ha unito i fratelli Arena ai Nizza. Massimiliano Arena (cl. 1983), Simone Arena (cl. 1989) e Maurizio Arena (cl. 1980), i tre colonelli armati che hanno assunto il pieno controllo della piazza del viale san Teodoro, a Librino, il quartiere popolare della periferia Sud di Catania. Le testimonianze rese dal pentito sono state fondamentali per ricostruire innanzitutto i rapporti sodali intercorsi tra la famiglia Nizza del clan Santapaola e la famiglia Arena, contestualizzando il periodo in cui sorgeva il loro legame, stretto nel 2013 e poi consolidatosi col tempo. Un sodalizio mafioso inizialmente travagliato, ma che ha infine contribuito a ingrossare il pericoloso esercito di trafficanti e mercanti di droga che per anni ha spadroneggiato nei viali del quartierone. Il collaboratore Cristaudo nel corso degli interrogatori descrive la forza armata degli Arena, ammettendone il pericoloso potere militare al di là del loro ingresso nel clan dei Nizza.

Una famiglia numerosissima quella degli Arena, i cui ruoli nel panorama della criminalità organizzata etnea sono apicali e ben noti alla magistratura. Tutti i membri, nessuno escluso, a partire dal capo, il super latitante Giovanni Arena, passando dalla moglie, Loredana Agata Avitabile, chiamata la “zarina del palazzo di cemento”, compresi gli otto figli, hanno avuto guai con la giustizia. È il 2011 quando il patriarca Giovanni viene trovato dai militari in un nascondiglio vicino il suo quartier generale, a Librino, e assicurato alla giustizia dopo oltre 17 anni di latitanza.

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16 Agosto 2016, 05:12

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