Mafia, confermato il giudice| Stop al rischio scarcerazioni

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02 Dicembre 2016, 19:09

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PALERMO – Il rischio scarcerazione di massa è stato scongiurato. La terza sezione civile della Corte d’appello ha respinto l’istanza di ricusazione del giudice. I termini di custodia cautelare per 40 presunti affiliati al clan mafioso di Porta Nuova scadono il prossimo 15 dicembre. Cambiando il giudice c’era il pericolo che l’eventuale rinvio a giudizio non sarebbe stato deciso in tempo. 

L’allarme era suonato quando gli avvocati delle difese avevano ricusato il giudice per l’udienza preliminare. Il Gup Nicola Aiello, infatti, aveva firmato dei decreti di intercettazione nella fase delle indagini. I legali contestavano che in qualche modo fosse entrato nel merito delle accuse e, dunque, non poteva più garantire quella terzietà che serve per decidere se mandare gli imputati sotto processo. Se fosse passata la ricusazione sarebbe stato necessario nominare un nuovo giudice con il rischio di non rispettare a scadenza del 15 dicembre.

Sotto accusa ci sono gli uomini del clan di Porta Nuova. A cominciare dal presunto reggente, Paolo Calcagno, e da Teresa Marino, moglie del boss detenuto Tommaso Lo Presti. Dal carcere sarebbero partite le direttive, veicolate dalla donna, che avrebbe avuto voce in capitolo anche nella gestione dei traffici di droga e delle estorsioni. I militari avevano bloccato due corrieri in Argentina e Francia, partiti per conto dei boss di Bagheria e Palermo. Lo Presti e Calcagno hanno lavorato fianco a fianco. Poi, quando il primo è finito in cella, il secondo ne avrebbe preso il posto. Un posto fondamentale nello scacchiere della mafia palermitana.

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Sotto accusa ci sono pure gli imprenditori Massimo Monti, titolare della società Kursaal che gestisce la sala Bingo di via Emerico Amari, e Maria Rosa Butera, titolare del “Lido Battaglia” di Isola delle Femmine. Rispondono di favoreggiamento per avere negato di avere subito richieste estorsive.

 

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02 Dicembre 2016, 19:09

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