22 Maggio 2013, 07:24
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PALERMO – L’impero del re palermitano del pesce surgelato finisce sotto sequestro. Valgono oltre 25 milioni di euro i beni sotratti dalla Direzione investigativa antimafia all’imprenditore Salvatore Vetrano, titolare della Veragel di Carini. Le indagini del Centro operativo di Palermo lo definiscono “un collettore degli interessi mafiosi nel commercio di prodotti surgelati”.
Quarantadue anni, una vita e una scalata imprenditoriale piuttosto chiacchierate quelle di Vetrano. Di lui e del padre Giacomo si parlò per la prima volta nel 1999 quando furono arrestati con l’accusa di avere nascosto nelle celle frigorifere della Veragel un carico di pesce rubato dagli uomini della famiglia mafiosa di corso Calatafimi. Nel 2002 per Vetrano arrivarono nuovi guai giudiziari: tornò in cella perché ritenuto responsabile di avere rapinato una carico di pesce congelato. Della banda avrebbero fatto parte, ancora una volta, soggetti organici a Cosa Nostra. Nel 2005, il suo nome saltò fuori nell’inchiesta che portò in cella i boss di Brancaccio Benedetto Graviano e Cesare Lupo. Vetrano veniva indicato come “vicino” all’organizzazione mafiosa. L’imprenditore, per la verità, ha anche acquisito la veste ufficiale di vittima del racket. Ammise, infatti, di avere ricevuto una richiesta estorsiva di 500 mila euro. Ammissioni che contribuirono all’arresto di quattro persone.
E si arriva alle recenti indagini della Dia, diretta a livello nazionale da Arturo De Felice e a Palermo da Giuseppe D’Agata, nel corso delle quali è emerso che Vetrano “ha acquisito un consistente patrimonio immobiliare ed ha costituito numerose aziende, beneficiando di finanziamenti comunitari erogati dal Fondo Europeo per la pesca in Sicilia, ma anche facendo sfuggire al fisco ingenti ricavi”.
In particolare è stato lui stesso ad ammettere, durante un accertamento fiscale, di non avere dichiarato al fisco un milione e 300 mila euro, i ricavi della vendita del pesce agli ambulanti abusivi che lo rivendono in giro per la città.
I suoi trascorsi giudiziari gli erano costati un avviso orale del questore che nel 2012 lo aveva invitato a cambiare stile di vita. Un avviso non rispettato, visto che l’anno scorso Vetrano è finito di nuovo in cella. Sarebbe stato lui a fare fuoco contro Giuseppe Toia, titolare della concessionaria Isolauto, ferito gravemente a Isola delle Femmine. Toia da qualche tempo frequentava una ragazza che, evidentemente, piaceva anche a Vetrano.
Adesso è scattato il sequestro disposto dalla sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Palermo
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22 Maggio 2013, 07:24