Agrigento

Mafia, si aprono le porte del carcere per Vito Lauria

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26 Luglio 2022, 12:59

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PALERMO – Si riaprono le porte del carcere di Agrigento per Vito Lauria, 52enne tecnico informatico massone, condannato negli scorsi giorni a otto anni di reclusione nell’ambito della maxi inchiesta Halycon-Assedio che ha svelato intrecci pericolosi tra mafia, massoneria, politica e imprenditoria a Licata. Ad eseguire il provvedimento, il giorno dopo la sentenza di appello, i carabinieri della Compagnia di Licata guidati dal capitano Augusto Petrocchi. 

Lauria era stato assolto nel processo di primo grado ma la terza sezione della Corte di Appello di Palermo, presieduta dal giudice Antonio Napoli, ha ribaltato il verdetto infliggendogli otto anni di reclusione. Accolta la richiesta del sostituto procuratore generale Maria Teresa Maligno che aveva chiesto la condanna di tutti i dieci imputati del processo. 

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Vito Lauria è una delle figure più rilevanti dell’intera inchiesta Halycon-Assedio: sia per la sua appartenenza alla massoneria, che condivideva con il funzionario regionale, e maestro venerabile della loggia “Pensiero e Azione”,  Lucio Lutri (anche lui condannato a 8 anni di reclusione per concorso esterno in associazione mafiosa), sia perché è figlio di Giovanni Lauria, alias “il professore”, ritenuto tra i boss di maggiore spicco dell’intera area licatese. 

Quest’ultimo, attualmente a processo nello stralcio ordinario davanti i giudici della prima sezione penale del tribunale di Agrigento, è stato uno dei punti di riferimento del capo indiscusso della mafia agrigentina Giuseppe Falsone, catturato dopo oltre un decennio di latitanza a Marsiglia, nonché elemento di congiunzione tra i clan agrigentini e quelli catanesi e palermitani. 

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26 Luglio 2022, 12:59

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