25 Agosto 2017, 06:10
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PALERMO – Si è salvato grazie al soprannome. Giuseppe Lo Porto, arrestato nel blitz antimafia delle scorse settimane, in cella avrebbe dovuto finirci venticinque anni fa. È lo stesso Lo Porto, braccio destro del presunto reggente di Brancaccio Pietro Tagliavia, a raccontare un episodio degli anni Novanta.
Per le strade del rione tutti lo conoscono con il soprannome Muccuni che in dialetto significa boccone, ma anche lumaca di mare. O meglio, quasi tutti. L’unico che non era al corrente della ‘ncuria era un pentito, Pietro Romeo, killer che strangolava i riottosi su ordine dei corleonesi.
“Lui quando hanno arrestato il Romeo… tu lo hai conosciuto al Romeo?”, chiedeva Rmeo. “Certo, u ‘mangia morbo’”, rispondeva l’amico. Quindi la rivelazione: “… quando hanno arrestato a tutti a me lo sai perché perché non mi conosceva per ‘u Muccuni’, lui gli ha detto ma chi è questo ‘u Muccuni’ e lui gli ha detto ‘no, io non lo conosco “u Muccuni” e poi si è saputo”.
Venticinque anni dopo Lo Porto è stato arrestato. Di lui si fidava ciecamente Pietro Tagliavia, figlio e nipote di boss, che secondo i poliziotti della Mobile e i finanzieri della Polizia Tributaria, aveva preso il potere nel mandamento dei fratelli Graviano.
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25 Agosto 2017, 06:10