03 Aprile 2009, 18:13
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I carabinieri del Comando provinciale di Caltanissetta hanno notificato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere ad Angelo Bruno Greco, 43 anni, di Gela. L’uomo era sfuggito alla cattura, lo scorso 26 marzo, nell’ambito dell’operazione “Cayman”, che ha consentito agli investigatori di sgominare un’associazione mafiosa finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio e la persona e di arrestare sette persone, tra cui Vincenzo Pistritto, indicato come personaggio di spicco della stidda gelese, ed un ex brigatista, Calogero La Mantia, origianario di Sommatino ma residente a Gela. I militari, in quella occasione, riuscirono a sventare il sequestro del banchiere ragusano Giovanni Cartia, presidente della Banca agricola popolare di Ragusa, e di un altro facoltoso imprenditore di Gela.
L’arrestato, secondo quanto accertato dai carabinieri, avrebbe avuto un ruolo chiave all’interno del gruppo per la pianificazione e l’esecuzione di reati contro il patrimonio.
Greco, come e’ emerso nel corso delle indagini, sarebbe stato l’ideatore ed il promotore della progettata rapina ad un furgone portavalori, da consumare prima del Natale del 2008, in contrada Timpazzo nel Comune di Gela, utilizzando kalashnikov e plastico esplosivo.
L’indagato sarebbe stato visto piu’ volte in compagnia di Vincenzo Pistritto e grazie ad alcune intercettazioni e’ emerso che i due, mentre a bordo dell’auto di quest’ultimo, discutevano le modalita’ operative per l’assalto al furgone, descrivendo nel dettaglio quali armi usare e quanto esplosivo impiegare sullo sportello del furgone e quale effetto avrebbe determinato l’esplosione, quali vie di fuga seguire dopo aver conseguito il bottino, dove nascondere i mezzi e quali le possibili e sicure vie di fuga successivamente al delitto. La rapina non fu compiuta, come accertato, per un preciso diniego da parte di Cosa nostra che non condivideva un’azione militare cosi’ eclatante ne’ accettava come equo l’utile che l’organizzazione ne avrebbe tratto.
Greco ha numerosi precedenti penali specifici. Gia’ protagonista di rapine a mano armata quando era ancora quindicenne, da quel tempo non avrebbe mai smesso di delinquere perseverando in una condotta di vita che lo ha portato piu’ volte ad essere arrestato, sia per gravi reati contro il patrimonio, sia per associazione mafiosa.
Nel 2006 fini’ in manette nell’ambito dell’operazione “Tagli Pregiati”, condotta dai carabinieri di gela, in cui compariva come fiancheggiatore del clan Rinzivillo.
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03 Aprile 2009, 18:13