Cuffaro: "Sono riabilitato e la DC è tornata in campo"

Cuffaro: “Sono riabilitato e la DC è tornata in campo”

La notizia del provvedimento. E una lunga chiacchierata tra gli assessori e la legge sull'aborto.

“Il mio avvocato (il legale è Marcello Montalbano, ndr) mi ha appena comunicato che la mia richiesta di riabilitazione è stata accolta dal Tribunale di Sorveglianza per quanto riguarda il dato penale. Rimane l’interdizione dai pubblici uffici che è una pena accessoria in virtù della norma sulla ‘spazzacorrotti’. Questa è una risposta su chi è oggi Totó Cuffaro. Riabilitato, dal punto di vista penale, ma non potrò candidarmi. Ho più volte affermato che comunque non mi sarei più candidato. Ed è per me importante sapere però che oggi, per la società e per la giustizia in cui ho sempre creduto, sono, dal punto di vista penale, riabilitato”.

La notizia della riabilitazione penale – istituto che prevede una serie di requisiti e ravvedimenti – di Totò Cuffaro la offre lui medesimo nel corso di una chiacchierata domestica. E diventa, fatalmente, il puntello, l’incipit. Seguiranno, verosimilmente, altri capitoli. Ma gli argomenti non mancano, in quel salotto che, tra volantini di repertorio e foto presidenziali, racconta il flusso di un’attività politica in ripresa. La Dc Nuova di Cuffaro entra all’Ars, superando lo sbarramento. Lui giura di volere “risalire lo Stivale”.

La riabilitazione è un fatto che lei annuncia. Tuttavia, anche prima e costantemente, ha sostenuto di essere titolare del diritto di agire politicamente, al netto dell’interdizione dovuta alla condanna.
“Non lo dico io, veramente, lo dice la Costituzione. Che è la stella polare della nostra democrazia. Nessuno è detenuto per sempre e non sarebbe nemmeno giusto. Ognuno ha diritto di riprendere il suo posto nella società”.

Allora titoliamo: il ritorno di Totò?
“No, sarebbe sbagliato. Non torna Cuffaro, torna la Democrazia Cristiana come presidio di valori antichi e inemendabili. E siamo stati penalizzati dalla campagna nazionale che ha offerto il traino ai partiti nazionali pure per le regionali. Però, abbiamo superato lo sbarramento del cinque per cento, siamo all’Ars e non vogliamo fermarci più?”.

Non volete fermarvi?
“Intendiamo risalire lo Stivale, dare un segnale in tutta Italia. Sto ricevendo telefonate dalla Puglia, dalla Basilicata, dal Veneto…. C’è una grande voglia di questa Dc che rinasce. Le anticipo la risposta alla domanda che sta per pormi. Perché? Per quei valori che enumeravo”.

Quanto conta l’effetto Cuffaro? Non sosterrà che sarebbe stato uguale senza la sua presenza…
“Me lo sono chiesto e le posso rispondere così: funziona per il binomio con cui tanti mi identificano nel partito. Altrove, se decidessi di fare qualcosa di nuovo, il risultato non sarebbe lo stesso. Va bene la Dc e va bene Cuffaro riconoscibile, seppure non eleggibile, sotto lo Scudo Crociato”.

Parliamo di questi valori?
“Sono tutti basati sulla moderazione e sulla tolleranza. Noi non siamo per niente omofobi e rispettiamo le scelte di tutti, ma, al centro della nostra idea di società, c’è la famiglia naturale. Noi sappiamo che c’è una normativa, anche questa da rispettare, ma siamo contro l’aborto, se non per finalità terapeutiche. Per me, per noi, la vita è vita a partire dal concepimento. E siamo per il crocifisso a scuola, simbolo di un patrimonio, di una fede e di una identità”.

A qualcuno fischieranno le orecchie…
“Pazienza”.

Torniamo a Palermo. Chiederete un assessorato al presidente Schifani?
“Pensiamo che qualcosa spetti alla nostra rappresentanza, non abbiamo bisogno di chiedere. I segnali della presidenza Schifani mi sembrano ottimi, nel senso di rapporti costruttivi e del dialogo aperto”.

Miccichè lo vede più a Roma o a Palermo?
“Credo che non sia una decisione facile la sua e ritengo che sarà presa secondo le sue aspettative”.

L’onorevole Marchetta, candidata della Dc a Trapani, viene eletta con venticinque voti, perché presente nel listino presidenziale. Le pare giusto?
“E’ la normativa. Si tratta di una persona impegnata in politica. Era candidata con noi per il noto accordo con l’Udc. Giusto o sbagliato? (Cuffaro allarga le braccia, ndr)”.

Nutre fiducia, da moderato, in un governo Meloni?
“L’indicazione è stata chiara. E la democrazia vale sempre, come dicevo. Mi è piaciuto molto il richiamo dell’onorevole Meloni alla responsabilità e spero che sia condiviso, anche dalle forze d’opposizione. Viviamo in un momento difficile. E Giorgia Meloni, comunque, non è l’erede del fascismo. Consiglierei all’opposizione di non insistere sul punto, per non danneggiare se stessa”.

Andrà nuovamente in Burundi, a riprendere la sua attività solidale?
“Non vedo l’ora. Lì posso fare il medico. Stiamo costruendo una casa per assistere le bambine messe incinta a undici anni, che, di colpo, si ritrovano mamme. E’ uno dei nostri tanti progetti. Pensavo di dovere regalare speranza a quella gente, ma sono io che l’ho ricevuta, con il loro amore e il loro coraggio. Di speranza ne ho visto tantissima pure in campagna elettorale, come l’affetto e la partecipazione, ecco perché sono un po’ ingrassato. Ora, però, mi metto a dieta”.

Ogni tanto, a occhi aperti o mentre dorme, ritorna l’incubo del carcere?
“Sì, di notte. Sento ancora i passi degli agenti penitenziari nel corridoio, rivedo la luce delle torce che controllavano i detenuti in cella. Poi, mi sveglio di botto. Accendo l’abat jour e riprendo fiato. Sono qui”. (Roberto Puglisi)


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