16 Giugno 2015, 12:22
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CATANIA – Mailgate: in aula Giuseppe Caruso, funzionario dell’Università etnea. Prosegue il processo a carico dell’ex rettore Antonino Recca e dei due dipendenti, Antonio Di Maria ed Enrico Commis, per il caso delle email elettorali inviate agli indirizzi di studenti e docenti durante la campagna elettorale del 2012. Il teste, interrogato dal Pm, ha spiegato che gli indirizzi di posta elettronica degli studenti in possesso dell’Ateneo sono “dati riservati”, Caruso ha inoltre chiarito quali figure potevano accedere o fare richiesta di accesso. Nello specifico, il teste ha spiegato che i dati sono utilizzati esclusivamente a fini istituzionali e non possono essere divulgati all’esterno.
Fatta eccezione per alcuni funzionari, anche i docenti possono accedere alla banca dati ma a condizione di comunicare preventivamente l’uso delle caselle di posta da utilizzare esclusivamente a fini didattici. Il personale amministrativo, invece, è escluso da tale possibilità. Controinterrogato dall’avvocato Giovanni Grasso, legale di parte civile dell’Università, il teste ha dichiarato di non essere a conoscenza della lista con gli indirizzi degli studenti che è alla base del processo, che gli imputati accusati di rivelazione e utilizzazione di segreto d’ufficio. “Non so nulla”, ha detto Caruso che ha riferito di avere appreso della vicenda esclusivamente a mezzo stampa.
Caruso ha inoltre risposto alle domande del legale Walter Rapisarda (difensore di Antonio Di Maria), ricostruendo il quadro dei funzionari in grado di potere accedere ai dati. Tra questi, tre funzionari dei Servizi Informatici e i dipendenti del Cea (Centro di Elaborazione di Ateneo), il teste ha confermato che il responsabile del secondo dipartimento era Enrico Commis (imputato nel procedimento). “Elementi importanti” secondo L’avvocato Grasso quelli emersi dalla testimonianza di Caruso. “Nulla di nuovo”, invece, per l’avvocato Goffredo D’Antona, difensore di Enrico Commis.
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16 Giugno 2015, 12:22