20 Luglio 2016, 19:09
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PALERMO – Non appartengono ad Antonio e Stafano Maiorana, padre e figlio, scomparsi ad agosto 2007, la scarpa e il sacco trovati dagli investigatori in un terreno a Villagrazia di Carini.
È quanto emerge dall’analisi dei carabinieri del Ris a cui la Procura di Palermo ha delegato gli esami sui reperti. Gli oggetti erano sepolti ad una decina di metri sotto uno strato di materiale edile. Nelle scorse settimane i Pm di Palermo Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene hanno notificato un avviso di garanzia, per il reato di omicidio, a due imprenditori: Francesco Paolo Alamia e Giuseppe Di Maggio, ritenendo che siano coinvolti nella scomparsa e nell’omicidio dei costruttori.
I Maiorana, il giorno della scomparsa, si allontanarono dal cantiere edile di Isola delle Femmine in cui stavano costruendo delle villette. Agli operai dissero che sarebbero tornati di lì a poco. La loro auto venne ritrovata nel parcheggio dell’aeroporto di Palermo chiusa e vuota. In un primo tempo si ipotizzò l’allontanamento volontario, ipotesi che ha lasciato poi spazio alla tesi del sequestro e dell’omicidio legato a motivi di lavoro.
Il legale di Alamia, l’avvocato Fabrizio Bellavista, fa sapere che la scarpa appartiene a un donna, mentre il sacco conteneva solfato di ammonio. Una sostanza che, al contatto con l’aria, assume una colorazione rossastra. Da qui l’ipotesi che si potesse trattare di sangue. “La politica del sospetto ha danneggiato il mio cliente – spiega l’avvocato Bellavista – speriamo che agli esiti degli esami scientifici segua l’archiviazione”
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20 Luglio 2016, 19:09