Appuntamento con la morte| I Maiorana attirati in trappola

di

09 Luglio 2016, 05:05

1 min di lettura

PALERMO – Antonio e Stefano Maiorana erano entusiasti quella mattina di nove anni fa, convinti di chiudere l’affare della loro vita. Era solo una trappola. Una trappola mortale. Ne sono certi i carabinieri e i pubblici ministeri Roberto Tartaglia e Francesco Del Bene che nei giorni scorsi hanno notificato un avviso di garanzia per omicidio a Francesco Paolo Alamia e Giuseppe Di Maggio.

Il 3 agosto 2007 qualcuno avrebbe convocato i costruttori palermitani, padre e figlio, che dopo avere preso un caffè al bar raggiunsero in macchina un terreno fra Villagrazia di Carini e Carini. Era il terreno su cui doveva sorgere una grande lottizzazione. Una serie di villette a cui erano interessati in tanti, compresi alcuni pezzi grossi della mafia. Quell’appuntamento sarebbe stato spacciato per un incontro operativo con documenti e piani di investimento alla mano. In realtà sarebbe stata una trappola.

Articoli Correlati

Il cantiere doveva partire una volta ultimato quello di Isola delle Femmine dove la Calliope srl stava costruendo delle abitazioni. Dieci giorni prima della scomparsa, Alamia, socio della Calliope, aveva ceduto le quote a Dario Lopez, che ne deteneva già il 50%, e da questi finirono a Karina Andrè, ex compagna di Maiorana padre. Un’operazione che sarebbe frutto di un ricatto di cui nulla, però, trapela. I Maiorana avrebbero avuto in mano lo strumento per tenere sotto scacco Alamia e forse non solo lui.

Ora emerge che i costruttori, sempre sfruttando il misterioso ricatto, avrebbero creduto di potere mettere le mani anche nel nuovo cantiere. Qualcuno li avrebbe illusi di avercela fatta. E così quella mattina di nove anni fa sarebbero giunti carichi di aspettative all’appuntamento. Sono stati uccisi lì dove sono stati trovati i resti di una scarpa? Gli esami scientifici potrebbero dare le conferme che gli investigatori stanno cercando.

Pubblicato il

09 Luglio 2016, 05:05

Condividi sui social