01 Marzo 2022, 10:37
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La Procura di Agrigento ha avanzato una richiesta di archiviazione nei confronti di due medici e altrettanti sanitari dell’ospedale San Giovanni di Dio nell’ambito dell’inchiesta sulla morte di Loredana Guida, giornalista deceduta nel gennaio 2020 a 44 anni per malaria dopo una vacanza in Nigeria. I familiari della vittima, rappresentati dall’avvocato Daniela Posante, si sono opposti ad un eventuale proscioglimento e il giudice Giuseppe Miceli ha disposto l’acquisizione dell’intera cartella clinica prima di pronunciarsi sulle posizioni delle singole persone coinvolte. L’accusa ipotizzata è omicidio colposo. Secondo il sostituto procuratore Elenia Manno nessuna responsabilità si può attribuire ai due paramedici che intervennero il giorno dell’ingresso al pronto soccorso di Loredana Guida, ne’ ai due sanitari che operarono sulla paziente quando le sue condizioni erano ormai critiche. Il legale dei familiari, invece, ha chiesto e ottenuto l’acquisizione dell’intera cartella clinica al fine di valutare eventuali anomalie tra i fogli originali e quelli acquisiti durante le indagini.
La stessa Procura di Agrigento aveva chiesto e ottenuto lo scorso novembre il rinvio a giudizio di un medico in servizio alla Guardia Medica e di un sanitario in servizio all’ospedale di Agrigento. Al primo viene contestato l’aver omesso di “indirizzare la paziente verso un’adeguata struttura di emergenza” mentre al secondo di non aver deposto un’accurata anamnesi e di non aver eseguito il test rapido per la malaria dopo che la donna aveva riferito di essere stata di recente in Nigeria. La posizione di un terzo medico, quello di famiglia, è stata stralciata per un vizio procedurale: la Procura non ha dato seguito alla richiesta della difesa di disporre l’interrogatorio dopo l’avviso di conclusione delle indagini. L’inchiesta viene aperta dopo le denunce dei familiari della giornalista. In particolare hanno raccontato che a Loredana – nonostante avesse fatto presente sia al suo medico curante che a quello del pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio, al suo primo accesso, il 15 gennaio, di essere da poco rientrata dalla Nigeria – non sarebbero stati prescritti esami specifici per la sua febbre alta. La Procura, in un primo momento, aveva iscritto nel registro degli indagati, con l’accusa di omicidio colposo, 7 persone fra medici e paramedici che hanno trattato il caso. Si torna in aula il 30 maggio. CONTINUA A LEGGERE SU LIVESICILIA
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01 Marzo 2022, 10:37