14 Giugno 2019, 18:24
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PALERMO – Nelle false certificazioni mediche gli errori erano grossolani. Non solo diagnosi sballate, era sbagliato persino l’indirizzo delle unità di Medicina trasfusionale degli ospedali Civico e Cervello che risultava avessero compilato la documentazione.
È stata la conferma alla denuncia dell’allora, siamo nel 2015, direttore dell’Inps di Palermo Fabrizio Iannaimi. I residui dubbi sono stati spazzati via dal controllo del “registro siciliano delle talassemia ed emoglobinopatie” istituito all’assessorato regionale alla Salute. Nessuno dei 49 lavoratori che godevano dell’indennità era passato da un ospedale, seppure per certe patologie le trasfusioni siano salvavita.
L’indennità di 513 euro al mese spetta ai lavoratori con almeno 35 anni di età, con posizione contributiva superiore ai dieci anni, affetti da una grave patologia al sangue.
Ecco il lungo elenco delle persone per le quali il giudice per le indagini preliminari Annalisa Tesoriere, su richiesta della Procura, ha disposto il sequestro dei beni fino a coprire la somma indebitamente incassata dagli indagati: Antonina Accetta, Anna Alfano, Emanuele Cefalù, Gaetano Corrao, Giuseppe Cucchiara, Claudio Demma, Giovanni Di Blasi, Rosalia Di Dio, Vincenzo Di Fede, Luigi Di Gregorio, Ninfa Di Gregorio, Pietro Di Mariano, Margherita Di Piazza, Mario Di Vita, Salvatore Favazza, Vito Gallina, Angelo Giuliano, Giovanni Ingrassia, Faro Leone, Giuseppe Lucchese, Settimo Mancino, Francesca Pace, Francesco Pace, Maria Palazzolo, Vincenzo Pilo, Girolamo Pitti, Giovanni Randazzo, Giuseppe Randazzo, Francesco Rinaudo, Salvatore Savoca, Andrea Scalia, Paolina Stagno, Maurizio Tannurella, Antonio Terranova, Saverio Todaro, Maria Lauretana Varisco, Carlo Ventimiglia, Anna Vinci, Provvidenza Di Virzì. Non fanno parte dell’elenco coloro che hanno già restituiti le indennità.
Il lavoro dei finanzieri del Nucleo speciale di polizia economico-finanziaria, coordinati dal procuratore aggiunto Sergio Demontis e dal sostituto Claudia Ferrari, non è finito. È da escludere che gli indagati abbiano fatto tutto da solo. Qualcuno, ancora da identificare, ha confezionato per loro la documentazione taroccata, con le firme e i timbri dei medici. Potrebbe trattarsi di qualcuno che lavora in un centro di assistenza fiscale.
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14 Giugno 2019, 18:24