Malumori e guerra di cifre | Ribolle l'officina dell'Amat - Live Sicilia

Malumori e guerra di cifre | Ribolle l’officina dell’Amat

Il consigliere Idv Orazio La Corte

L'azienda avvia un'azione disciplinare contro Di Maria, segretario dell'Ugl, e punta il dito sulla poca produttività dell'officina. Il sindacalista respinge le accuse mentre La Corte (Idv) torna a chiedere le dimissioni di Lapiana.

LA CORTE: "LAPIANA SI DIMETTA"
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PALERMO – Provvedimenti disciplinari, guerra di cifre, sindacati in subbuglio, assemblea dei soci per la scelta del presidente nuovamente rinviata e un’officina in cui regna il “malumore”. L’Amat, da qualche tempo a questa parte, sembra una pentola a pressione pronta a scoppiare da un momento all’altro: una situazione che è andata peggiorando nelle ultime settimane, segnate dalla spaccatura dei rappresentanti dei lavoratori sull’accordo per la riorganizzazione dell’officina.

Una escalation che ha toccato il suo culmine oggi con l’avvio di un provvedimento disciplinare nei confronti di Corrado Di Maria, segretario provinciale dell’Ugl (sindacato che insieme ai Cobas non ha firmato l’accordo), accusato di aver minacciato uno dei dirigenti dell’azienda, l’ingegner Domenico Caminiti. Ma l’azienda, in un comunicato stampa, si spinge anche più in là: “Il cda – si legge nella nota – ha avviato una indagine interna per stabilire se via sia una relazione fra la presenza dello stesso dipendente all’interno dell’officina e l’improvviso calo di produttività della stessa registrata nel corso del fine settimana. Mentre infatti il numero di vetture circolanti si era attestato la scorsa settimana a 290, nel corso del week-end, si è registrato un improvviso calo a 230”.

Insomma, Di Maria potrebbe essere colpevole, secondo i vertici dell’Amat, di aver provocato un calo della produttività dell’officina. “E’ tutto falso – si difende il sindacalista, che è il segretario della sigla che conta più iscritti fra i 180 dell’officina – la verità è che, chiudendo l’officina per dieci ore, hanno creato un buco e tutte le vetture che si guastano di notte non possono essere riparate in tempo. Fino al 15 marzo non c’erano autisti senza autobus, da quando è entrato in vigore l’accordo sì”. Ma Di Maria nega anche di aver minacciato il dirigente: “Il 12 aprile neanche l’ho visto – continua – e poi sono in permesse sindacale tutto l’anno. La verità è che ho avuto problemi da quando ho impedito l’appalto per l’esternalizzazione delle vetture. Ho già risposto all’azienda in merito alla vicenda, io sono una persona per bene e non ho mai raccomandato nessuno”.

Che il clima in via Roccazzo non sia dei migliori, tuttavia, lo ammette la stessa presidentessa. “C’è del malumore – dice Rosalia Sposito – la scorsa settimana c’era stato un incontro con tutti i sindacati, sembrava che si fosse riaperto il dialogo. Noi andremo avanti comunque e rimaniamo pronti al confronto”. Il casus belli è proprio la riorganizzazione dell’officina, che ha eliminato i turni notturni fissi. Ma la polemica, e questa volta tutta politica, nasce anche sui numeri delle vetture in circolazione.

Come ammette lo stesso comunicato dell’azienda, infatti, negli ultimi giorni gli autobus in circolazione sono stati assai meno di quelli dichiarati fino a venerdì scorso. Non 290 vetture giornaliere, ma appena 223 su 260 oggi (37 rimaste in rimessa e 35 autisti a braccia conserte), mentre sabato gli autisti senza mezzi sono stati 30 con 16 bus soppressi e nove tornati poco dopo essere usciti perché guasti. “Stamattina gli operai neanche volevano lavorare – attacca il consigliere Idv Orazio La Corte – e sono dovuto intervenire io per riportare la calma. Vengono diffusi dati falsi sul numero delle vetture in circolazione, per questo chiedo le dimissioni del vicesindaco Cesare Lapiana e l’istituzione di una commissione di inchiesta sulla gestione dell’Amat dopo le dimissioni del presidente Ettore Artioli. La nota dell’azienda è meschina e offensiva e conferma il fallimento dell’accordo inciuciato con i confederali”. Una spaccatura in seno alla maggioranza orlandiana che, a dire il vero, non è una novità. In più occasioni, infatti, La Corte si è spinto a chiedere le dimissioni del proprio vicesindaco.

Dall’azienda replicano che le vetture in circolazione oggi sarebbero state 240, comprese quelle che hanno svolto altri servizi, mentre Lapiana commenta: “C’è un cda e ci sono dei direttori che possono rispondere sulle questioni sollevate”, dice il vicesindaco che invece, sulla richiesta di dimissioni di un consigliere della sua stessa maggioranza preferisce il no comment.

 


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