19 Giugno 2020, 09:27
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PALERMO – Già due giorni fa le sue condizioni erano notevolmente migliorate: i problemi respiratori cominciavano a diminuire e non era più sedata. Man mano, la mamma 34enne positiva al Covid-19 e ricoverata al ‘Cervello’, esce dall’incubo: i suoi occhi si sono riaperti, ricomincia a parlare. E cerca la sua bambina.
La piccola, nata con un parto cesareo d’urgenza l’11 giugno, quando la donna era all’inizio della trentesima settimana di gravidanza, è stata trasferita al Centro di cardiochirurgia dell’ospedale San Vincenzo di Taormina per accertamenti. Dopo la nascita e durante la costante attività di monitoraggio dei medici, infatti, è emersa una cardiopatia congenita che dovrà essere valutata nella struttura del Messinese. “Ma sta complessivamente bene – assicurano dall’ospedale – è risultata negativa al Coronavirus e nonostante sia nata prematura le condizioni sono sin da subito state buone. La mamma ci lascia ben sperare, è lucida e comunica. L’abbiamo rassicurata sullo stato della piccola”.
La madre era stata intubata per la seconda volta la scorsa settimana e i medici avevano deciso di intervenire per evitare ulteriori rischi alla bambina. Si è trattato del primo parto eseguito su una donna in coma farmacologico e positiva al Covid, ma al ‘Cervello’ l’equipe che negli ultimi mesi ha fatto fronte all’emergenza sanitaria l’ha costantemente monitorata insieme ai medici di Ostetricia, sperando di guadagnare più tempo più possibile.
Tuttora ricoverata in Rianimazione, è risultata positivia al virus al suo rientro in Sicilia da Londra. Era metà maggio e la gravidanza era giunta a sette mesi. Arrivata all’aeroporto di Punta Raisi il 15 mattina, era poi rimasta in isolamento in casa, ma la febbre sarebbe già comparsa tre giorni dopo l’arrivo. Al momento della partenza e del viaggio in aereo era asintomatica, tanto da superare i controlli con il termoscanner, effettuati a Londra, Roma e a Palermo: le sue condizioni, in quel momento, non avrebbero destato preoccupazione. Dopo il suo ricovero, il 24 maggio, sono stati allertati l’Usmaf, l’Asp e la Protezione civile regionale che hanno subito avviato il ‘Contact tracing’ per rintracciare tutti coloro che potrebbero essere stati in contatto con la 34enne, compresi i passeggeri che si trovavano con lei in aereo.
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19 Giugno 2020, 09:27