Manager della Sanità, al via le selezioni | Non si spengono le polemiche: “Procedura folle”

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27 Agosto 2013, 06:00

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PALERMO – Il caos. La notte prima degli esami dei manager è stata una notte tempestosa. Condita da ricorsi e proteste. Da dubbi e polemiche. Che non cesssano oggi, il “gran giorno”. Il giorno del debutto. Una giornata che sarà accompagnata, così come quella di domani, da un interrogativo di fondo: a che serve questa procedura incomprensibile? Già, incomprensibile. A detta, almeno, di molti aspiranti direttori, che non hanno ancora ben capito la differenziazione tra candidati di serie A e candidati di serie B in lotta per la “promozione”. A detta dei sindacati, che parlano di iter “cervellotico”, buono solo a prolungare le gestioni commissariali. E anche secondo la politica che, ad esempio, attraverso le parole del presidente della commissione Sanità Pippo Digiacomo definisce il test di oggi il frutto di una procedura “opinabile e vulnerabile”. Portata avanti dall’assessore Lucia Borsellino e dalla commissione dei tre “saggi” Fulvio Moirano direttore dell’Agenas, Marco Frey dell’Istituto Universitario Sant’Anna di Pisa ed Ernesto Morici magistrato in quiescenza. Un iter durante il quale non sono mancati anche i motivi di attrito tra gli esperti e il governo che ha deciso di ricalibrare strada facendo i requisiti per le selezioni.

Un caos, insomma. Di certo c’è che oggi si parte. Si parte dalla lettera “C”. La “C” di “Cefpas”, il centro di Caltanissetta scelto per lo svolgimento dei test. Ma anche la “C” di Cuffaro. Il passato da dimenticare, per il nuovo corso crocettiano, ma che invece tornerà in carne e ossa già stamattina. Nelle fattezze dell’altro Cuffaro, Silvio. Uno dei partecipanti alla selezione che si svolgerà nei locali del Cefpas. Un avvio, come detto, condito da numerose polemiche. A cominciare da quelle sollevate da chi, dopo essere stato dichiarato “idoneo” non si è più ritrovato negli elenchi dei convocati. “Pensate, il sottoscritto – racconta uno degli aspiranti manager – compariva nell’ultimo e definitivo elenco dei direttori generali, ma è scomparso da entrambi gli ultimi elenchi, senza peraltro nessun avviso e nessuna motivazione a tale atto. Non vale nemmeno la pena perdere tempo appresso a queste cialtronerie! Ricordate: tutto cambia per restare tutto come è”. Una testimonianza condivisa anche da altri candidati. Qualcuno racconta anche di convocazioni recapitate attraverso posta elettronica non certificata (“ma è regolare?” chiede).

Come detto, però, i 577 partecipanti sono divisi in due elenchi. Il primo, composto da 119 candidati, contiene i nomi degli ammessi i diritto all’orale. A questi, se ne aggiungeranno altri sessanta: sono quelli che salteranno fuori dai test, che coinvolgono i restanti 458 aspiranti manager.

“Fare confusione e cambiare ogni settimana criteri e uomini che concorrono – attacca il segretario generale della Cisl Funzione pubblica Gigi Caracausi – è il modo migliore per fare ‘ammuino napoletano’ e dare la possibilità ad uno stuolo di esclusi di fare ricorsi di ogni genere. Vogliamo dirigenti generali al più presto. Nei prossimi giorni assisteremo a casi quasi paradossali. Già immagino un Cirignotta che fa i test dopo essere stato estromesso per fatti tutti da chiarire…”.

“Tutta la vicenda – rincara la dose Renato Costa, della Cgil Sanità – è grottesca. Tutto quello che stiamo vedendo non fa altro che produrre un ritardo che prolunga la gestione commissariale. Non si capisce ad esempio – prosegue – il motivo di due elenchi. Un meccanismo farraginoso. Sarebbe stato più logico ad esempio, pubblicare i curricula online insieme ai criteri di scelta”.

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E proprio i criteri non convincono. “Non si capisce – insiste Costa – quali siano stati i requisiti per la predisposizione dei due elenchi. Anzi, alcuni di quelli noti, come l’età (meno o più di 40 anni), sono quantomeno opinabili”. Ma il “caos”, secondo i sindacati, come detto, sarebbe stato quasi montato ad arte: “Questa confusione – affonda infatti il sindacalista Cgil serve solo per perdere tempo e per accordarsi sulle caselle da spartire secondo il vecchio manuale Cencelli”.

“Al punto in cui siamo giunti – l’attacco del capogruppo del Pdl all’Ars, Nino D’Asero – tanto vale bloccare tutto. E lo abbiamo chiesto ufficialmente. È stato portato avanti un procedimento confuso, pasticciato. Ma siccome, di fatto, esiste un albo di idonei, tanto vale effettuare un sorteggio tra questi, alla presenza di tutti i capigruppo dell’Ars. L’iter scelto dal governo invece – insiste D’Asero – sta provocando tanta preoccupazione e disorientamento. E apre inevitabilmente la strada a una serie di contenziosi e di ricorsi”.

E sono anche i tempi necessari per la selezione a sollevare molti sospetti. Alla fine delle selezioni attraverso il test (al quale parteciperanno anche i 119 idonei, per incrementare il proprio punteggio), verranno fuori 180 nomi, che saranno a loro volta sottoposti a colloqui orali. “Ma quanto tempo servirà – si chiede Costa – per portare avanti seriamente tutti quei colloqui?”. Una risposta indicativa potrebbe già saltare fuori, a dire il vero. L’assessorato alla Salute, infatti, mentre pubblica l’avviso che “rimanda” per il test al 25 settembre gli aspiranti manager che non sono nelle condizioni di svolgere la prova oggi e domani, dà notizia anche dell’avvio delle selezioni orali. Già sorteggiata la lettera: la “S”. E fissata anche la data dei primi esami: il 13 settembre prossimo, quando saranno sottoposti al colloquio i candidati Giacomo Sampieri, Giorgio Santonocito, Claudio Scaglione, Annunziata Sciacca, Giuseppe Sciacca e Michele Sinatra.

Sei colloqui in un giorno. Con questo ritmo, potrebbero servire altri due mesi. Senza contare la possibilità assai concreta che sulla selezione piovano ricorsi che possano ulteriormente bloccare l’iter. Uno di questi ricorsi è già ufficiale: quello dell’associazione nazionale dei manager. Ma altri sono già stati notificati: “Ne ho conoscenza personalmente”, ammette il presidente della Commissione Sanità Digiacomo. “È molto concreto il rischio – prosegue Renato Costa – che i nuovi direttori generali possano essere individuati non prima dei mesi di gennaio-febbraio. Ma entro la fine dell’anno ci sono scadenze importantissime. E bisognerà assumere l’onere di scelte a medio-lungo termine. Chi dovrebbe farlo? I commissari che pochi giorni dopo sanno già che andranno via? È triste constatare – conclude il sindacalista – che a fronte di sbandierate volontà di cambiamento, i metodi siano rimasti uguali al passato”. Quando la “S” di Sanità era inevitabilmente associata alla “C” di Cuffaro. Quel nome che torna anche oggi, nell’elenco degli aspiranti, nuovi signori della Sanità siciliana.

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27 Agosto 2013, 06:00

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