23 Agosto 2017, 18:26
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PALERMO – Per l’Anac non è chiaro da chi e in che modo sia stata compiuta la verifica sui titoli dei manager della Sanità. L’Autorità anticorruzione così ha scritto alla Regione, puntando il dito contro le nomine dei direttori generali di Ospedali e Asp. Lo ha fatto avviando il “procedimento di vigilanza”, uno degli strumenti a disposizione dell’ente guidato da Raffaele Cantone per spingere gli enti verso la retta via della trasparenza e della legalità.
E la giunta di Crocetta è corsa subito ai ripari, modificando il Piano anticorruzione. Ma i dubbi sollevati dall’Anac sono il frutto di segnalazioni giunte in precedenza. E che gettano quindi ombre sulle precedenti nomine dell’esecutivo. L’Anticorruzione ha affrontato nell’adunanza del 28 giugno scorso appunto la “questione relativa – si legge nella nota inviata a Palazzo d’Orleans – alle procedure di nomina dei manager delle aziende sanitarie della Regione Siciliana, oggetto di numerose segnalazioni”.
E l’Anac entra subito nel cuore della questione, affermando che “le criticità maggiori sono state rappresentate nelle procedure di verifica dei requisiti degli aspiranti, richiesti per accedere all’incarico o all’inserimento in apposito elenco”. E in particolare, spiega l’Anticorruzione, i dubbi sono relativi al “requisito professionale relativo alla qualificata attività di direzione di struttura complessa per almeno un quinquennio”. Requisiti la cui verifica è quantomeno incerta, come emerge sempre dalla nota di Anac nella quale si ricorda che la legge regionale relativa a queste nomine prevede “come requisito, esperienza almeno quinquennale scientifica ovvero di tipo professionale o dirigenziale o di presidente o di amministratore delegato maturata in enti o aziende pubbliche o private di dimensione economica e strutturale assimilabile a quella dell’ente interessato dallo svolgimento dell’incarico”.
Chi, quindi, ha verificato l’esistenza di questi titoli in occasione delle nomine dei manager della Sanità? “Dal censimento del processo – spiega Anac – non risultano le modalità relative alle verifiche da effettuare al riguardo”. Non si sa, insomma, nemmeno quali fossero gli strumenti e i procedimenti per compiere questa verifica. E l’Anticorruzione ricorda che nel processo di verifica deve essere indicato anche “il soggetto tenuto all’elaborazione dei requisiti della singola fase, dalla predisposizione di un eventuale bando/avviso alla verifica dei requisiti dei candidati alla nomina, con correlate misure di prevenzione del rischio corruzione e dell’uso distorto della discrezionalità”.
Così, Anac ha deciso di “avviare un procedimento di vigilanza”, diffidando la Regione, si legge nella delibera del governo Crocetta a intervenire, integrando il proprio piano triennale anticorruzione. La Regione è corsa ai ripari, con una delibera di giunta. Ma restano le ombre sul passato.
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23 Agosto 2017, 18:26